“Il percorso per garantire l’uguaglianza tra uomo e donna nell’accesso alle cariche elettive è stato lungo e difficile e l’obiettivo non è ancora del tutto raggiunto. Un cammino difficile, che può essere più facilmente compreso pensando che per ben venti volte, prima del 1946, la richiesta del voto alle donne era stata presentata e sempre respinta. La soluzione si ha con la rinascita della democrazia nel Paese, dopo gli anni del fascismo e della guerra. Ma all’uguaglianza formale non è seguita l’uguaglianza sostanziale”. Lo afferma la senatrice del Pd Silvana Amati che questa mattina ha presieduto l’incontro in sala Nassiriya del Senato sulle “Norme per la parità di genere: dalla legge nazionale alle leggi elettorali regionali”.
“Sono stata per tre legislature eletta nel Consiglio regionale delle Marche e la prima donna a presiederlo. Ho quindi esperienza diretta degli ostacoli di fatto che spesso gli uomini, pur affermando a parole il principio di pari opportunità nelle competizioni, ha posto, stabilendo condizioni di accesso alle cariche che hanno sempre garantito solo nominalmente l’affermata parità. Il Parlamento in questi anni ha invertito la rotta, prima con la legge del 2012 per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali, e poi con l’Italicum e con la legge del febbraio 2016 che prevede disposizioni in base alle quali le Regioni sono tenute ad introdurre misure specifiche per promuovere un’equilibrata rappresentanza di genere. Ora le singole regioni dovranno adottare specifiche misure per la promozione delle pari opportunità tra donne e uomini, prevedendo una legge elettorale che riequilibri la presenza delle donne nei consigli regionali. Questo è molto importante – conclude Amati – anche alla luce della nuova riforma del Senato che come sappiamo sarà costituito prevalentemente da eletti nei consigli regionali”.


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