Il senatore del Pd ed ex assessore regionale del Lazio lancia la proposta di modifica in vista della consultazione del 2018
Bruno Astorre, senatore del Pd, ex assessore ai Lavori Pubblici della Regione Lazio, lancia la proposta dell`elezione diretta, nel 2018, del prossimo sindaco della Città Metropolitana.
Senatore, eletti 14 consiglieri dem su 24. Una prova di forza del Pd?
«Assolutamente sì, è stato un ottimo risultato che mette il Pd in maggioranza assoluta, nonostante le polemiche degli ultimi giorni. Faccio i complimenti a Coratti e a Svetlana Celli ma rimango dell`idea che il primo della Provincia, Mauro Alessandri, per una questione di equilibri, debba avere il ruolo di vicesindaco. Non si tratta di una battaglia di potere, ma di equilibrio, tra l`altro mi risulta che in tutte le Città metropolitane d`Italia, da Torino a Bari, si stia ragionando in questa direzione con un vicesindaco espressione della Provincia».
Di questi 14 consiglieri, due fanno parte della sua corrente…
«Un risultato molto positivo, perché ognuno ne ha messo uno, a me però interessa la questione nel suo complesso. Ora si apre la fase costituente, in cui i 24 eletti dovranno scrivere lo Statuto della Città metropolitana. La legge Delrio detta le linee generali ma lascia una grande opportunità di cui vorrei si cominciasse a discutere: l`elezione diretta del sindaco della Città metropolitana ne] 2018».
Si è discusso per anni sull`abolizione delle Province e adesso in pratica vengono sostituite dalle Città metropolitane. E utile creare questi nuovi organismi?
«È utile per i servizi di area vasta, ma di fatto l`unico risparmia è che non vengono più pagati i consiglieri e gli assessori. Rispetto al bilancio della Provincia parliamo di circa 500 mila euro».
Un po` poco rispetto agli annunci…
«Attraverso i elezione airetta del sindaco della Città Metropolitana invece il Campidoglio e Palazzo Valentini verrebbero fusi in un unico grande ente. Questo consentirebbe un enorme risparmio su servizi, personale e una vera razionalizzazione. La legge prevede che per fare ciò i Municipi vengano trasformati in comuni metropolitani, dando loro finalmente potere veri».
Non crede che in questi mesi in vista delle elezioni del Consiglio si sia parlato molto di voti e di correnti e poco di programmi?
«È vero, ma è la natura costituente di questo nuovo ente che l`ha causato. I programmi sono quelli della Provincia un po` allargati».

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