Espongo alcuni chiarimenti su questioni legate alla riforma costituzionale che hanno suscitato dubbi e delle ipotesi di modifica dell`Italicum. I cittadini vogliono eleggere i propri rappresentanti nelle istituzioni. È stato questo il senso di un confronto che ha portato, nella riforma costituzionale, ad accogliere l`obiettivo che siano i cittadini a eleggere i senatori consiglieri regionali.
La proposta di legge che dopo quell`intesa ho sottoscritto, insieme a Fornaro e a tanti altri senatori del Pd, è coerente con il progetto di riforma costituzionale.
Chiarito questo, è importante sottolineare che la direzione del Pd, su indicazione di Renzi, ha assunto questo Ddl come proposta del partito. Cosa avverrà se il referendum approverà la riforma e sarà varata la nuova legge elettorale? Ognuno di noi, al momento in cui eleggerà il proprio Consiglio regionale, avrà a disposizione una seconda scheda nella quale, attraverso collegi uninominali, troverà i candidati per il Senato dei vari partiti. Saranno certamente anche consiglieri regionali, ma saranno scelti dai cittadini: le assemblee elettive regionali si limiteranno a prenderne atto. Del resto così avvenne nel 1995 per l`elezione dei presidenti
delle Regioni.
Ho più volte detto che non si tratta di sottoporre a verifica il tasso di maggiore o minore democraticità delle elezioni comunali,
regionali o nazionali: il, problema è quello che, con leggi regionali che hanno tutte alti premi di maggioranza, non vi sarebbe stata automaticità nella scelta dei consiglieri-senatori, ma inevitabili trattative tra maggioranza e opposizioni, nella maggioranza e nelle
opposizioni, con esiti diversi da`regione a regione.
Il metodo sarà proporzionale, perché il Senato non darà più la fiducia ai governi. È evidente che se una regione eleggerà due senatori sarà pressoché impossibile che appartengano allo stesso partito. Sarebbe stato preferibile prevedere in Costituzione il voto unitario dei rappresentanti di ogni realtà territoriale, come avviene nel Bundesrat. Il senatore Maran, io e pochi altri abbiamo tentato di introdurlo senza purtroppo riuscirci. Sono però convinto che, se la riforma costituzionale e la legge elettorale saranno
approvate, questa impostazione si affermerà Intanto nell`esperienza pratica e successivamente, come spesso accade, in una
norma della Costituzione. Questo perché sarà più forte la logica di far pesare i territori in coerenza con il nuovo ruolo del Senato.
Ora due parole su un`altra questione d`attualità: i cambiamenti di cui si discute per l`italicum.
Le correzioni da introdurre, a mio giudizio, devono essere coerenti con le criticità che avevamo richiamato, con altri 23 colleghi
senatori del Pd, quando la legge venne approvata e noi non la votammo.
Bisogna superare il sistema dei capilista bloccati. Le opzioni sono due: l`introduzione dei collegi` uninominali, alla ripartizione dei quali si accede superando i13% dei voti, che per me è senza dubbio quella preferibile; l`estensione delle preferenze per tutti i candidati, realizzando circoscrizioni più piccole e quindi più numerose, elimihando la possibilità per i capilista di candidarsi in dieci circoscrizioni diverse.
Infine, ritengo si debba consentire, nell`eventuale secondo turno di ballottaggio, l`apparentamento tra liste che abbiano superato
la soglia del 3%. Un`ulteriore modifica che invece avanzo in questa sede, su cui è necessaria una verifica, anche tecnica, è quella di estendere il ballottaggio non solo alle prime due liste ma a tutte quelle che dovessero superare una soglia di sbarramento del 16-18%. È una proposta che prova a rispettare più dell`italicum l`assetto politico italiano che non solo non è bipartitico, ma nemmeno più bipolare.


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