“Se si voleva un Senato rappresentante delle Regioni – aggiunge l’esponente dem – avrei preferito varare il modello del Bundesrat tedesco. Nel caso di un Senato delle garanzie, la scelta era quella dell’elezione diretta da parte dei cittadini. Il compromesso realizzato è accettabile e abbiamo contribuito a definirlo. I senatori-consiglieri regionali non saranno espressione di trattative tra i gruppi politici ma saranno scelti dai cittadini. Non sono d’accordo con chi vede sconvolto l’equilibrio tra i poteri.
A ottobre, con il referendum costituzionale, saranno i cittadini ad avere l’ultima parola. È giusto che sia così. Ora risultano decisivi alcuni impegni che pubblicamente devono assumersi il Pd e la maggioranza di governo. La legge per l’elezione dei senatori deve essere incardinata prima del referendum e approvata entro la legislatura. Occorre dare attuazione alla previsione costituzionale che introduce i referendum propositivi e di indirizzo. La democrazia vive se c’è partecipazione. Non si tratta solo di votare sì al referendum, in coerenza con il voto in Parlamento: è necessario un impegno collettivo. È inaccettabile e sbagliato ridurlo o ad un plebiscito dai toni personalistici o ad una contrapposizione dalle forzature catastrofiste”.


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