«Se il Pd sparisce lascia un vuoto che rischia di essere colmato dai populismi reazionari». Vannino Chiti è un senatore Pd della minoranza, ma invita gli altri a ricucire lo strappo.
La sinistra bersaniana ha quasi bocciato in partenza la conunissione sull`Italicum, che ne pensa?
«È sbagliato avere un atteggiamento di chiusura perché, agli occhi del nostro mondo, si evidenzia questa fase di incomunicabilità, di mancanza di fiducia reciproca. Il segretario Renzi ha proposto la nascita della commissione e ladirezione l`ha votata».
Non la minoranza dem, però.
«Non hapartecipato al voto, è come un`astensione. La commissione deve esaminare i punti critici della legge, già sollevati quando è stato approvato l`Italicum, nel maggio 2015, che non votai, sui capilista bloccati e sulle pluricandidature. Su questi punti e sul ballottaggio si può trovare una soluzione condivisa, Gianni Cuperlo fa bene a crederci».
C`è chi pensa che i bersaniani abbiano preferito non sedersi al tavolo per avere le mani libere, e delegare Cuperlo. È
così?

«Cuperlo non è uno che si fa scegliere, ha scelto lui. È la persona culturalmente più preparata del Pd, di grande lealtà e correttezza. Si è assunto la responsabilità anche per creare le condizioni perché si ritrovi unità nel Pd sul referendum».
La frattura sul referendum non sembra sanabile, per alcuni.
«Mah, io sono stupito dai parlamentari che in Parlamento hanno votato la riforma costituzionale e oggi votano No o sono incerti per il legame con la legge elettorale. Sono preoccupato, per quel che riguarda il Pd. Credo che nessuno voglia fare una scissione, ma è altrettanto grave arrivare a un`implosione e alla frammentazione del partito. Ma se venisse meno il Pd si creerebbe un vuoto nel sistema politico, con il serio rischio che possa essere riempito dai populismi reazionari, come si vede in Europa e con Trump negli Usa. Per questo credo sia importante arrivare a una convergenza sull`Italicum e poi sul referendum».
Chi vota No nel Pd vorrebbe che fosse riconosciuta la posizione diversa nel partito. È possibile?
«Sul referendum Guzzetta-Di Pietro nel 2009 io e altri sei eravamo contrari alla linea del Pd, ma lo dicemmo in direzione. È diverso far nascere comitati per il No e fare campagna elettorale. Così sulla commissione, invece di sollevare scetticismi la si lasci lavorare, se ognuno cedesse qualcosa si potrebbe arrivare a soluzioni positive».
Cosa può cambiare dell`Italicum?
«Due dei tre punti critici sono i capilista bloccati, o nominati, e le pluricandidature. Ci sono due strade: si dovrebbero ripartire 630 collegi uninominali, e assegnare i seggi ai migliori candidati nei collegi per ogni partito, come il Provincellum. La seconda è eleggere tutti con le preferenze, capilista o no, in circoscrizioni numerose e più piccole».
Il ballottaggio è in discussione.
«Fummo proprio noi della minoranza ad aver alzato l`asticella, nella prima versione dell`Italicum, dal 37 al 40% per far scattare il premio di maggioranza e, se nessuno lo raggiunge, si va al ballottaggio. Ora non vapiùbene?Anche per questo ci sono due opzioni: vanno al secondo turno non solo le prime due liste, ma anche chi ha almeno i112%. La seconda opzione è l`Italikos di Orfini e Orlando: abolire il doppio turno, la lista che arriva prima prende 90 seggi e se non bastano per la maggioranza cerca alleanze».
Cuperlo vuole una proposta sottoscritta da Renzi da presentare agli altri gruppi, Guerini il contrario.
«Io sentirei informalmente le opposizioni disponibili, Sel, Fi, M5S, e in modo più forte lo chiederei alla maggioranza di go verno. Fatta la verifica, potrebbe esserci una proposta Pd che però non si può approvare prima del 4 dicembre, anche perché le opposizioni la brucerebbero. Ma c`è il tempo per portare la proposta in direzione Pd dove votarla, e dopo incardinarla in commissione».
Renzi ha indicato la proposta sua e di Fornaro per la legge sull`elezione dei nuovi senatori. Lei è per il Sì ma che direbbe al fronte del No?
«Non è giusto dire che ci sarà una svolta autoritaria. Non ha alcuna base, né sull`elezione del Presidente della Repubblica,
che anzi dà più garanzie alle opposizioni, né su quella dei giudici costitituzionali. I cittadini scelgono col voto i consiglieri regionali-senatori, col referendum aumenta la partecipazione. Che dire dei 5 stelle che vengono selezionati dalla Casaleggio o, se eletti, devono pagare una penale da 150mila euro a un`azienda privata?Non si snatura la democrazia così?».


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