Le sfumature sono molte, ma tutti sono d`accordo su un fatto: la strada aperta dalla Corte costituzionale sul fine vita va parlamentarizzata al più presto. Le proposte sul tavolo sono diverse, l`ultima arrivata è quella che porta come prima firma il nome della senatrice Monica Cirinnà (Pd), che già negli anni passati ha combattuto (e vinto) la battaglia sulle unioni civili. La sua proposta, sottoscritta per ora da un pugno di altri senatori di vari schieramenti, prevede la possibilità di accedere all`eutanasia per le persone affette da malattie incurabili e in fase terminale. Dall`altro ramo del parlamento, tuttavia, Riccardo Magi di Più Europa ha già fatto presente che c`è già un dibattito avviato alla Camera e che da lì bisognerebbe ripartire. Sfumature, appunto: il punto fondamentale è che tra Camera e Senato si sta muovendo qualcosa.
Senatrice Cirinnà, qual è il suo giudizio sulla sentenza della Corte costituzionale sul caso Cappato-Di Fabo?
Senza dubbio positivo: quando il parlamento decide di non decidere, almeno i giudici danno seguito a un`esigenza che proviene dai cittadini. È stato un bene anche che la Corte non abbia portato la questione troppo per le lunghe ma si sia espressa in maniera veloce e chiara: su questi temi serve la certezza del diritto, è il paese che lo chiede. Bisogna portare il tema in parlamento. Cosa teme di questo passaggio? Temo soprattutto la grande banalizzazione, non bisogna nascondersi dietro parole sbagliate. Noi parliamo di aiuto medico a persone affette da malattie inguaribili e già in fase terminale. E molto importante che non si faccia disinformazione. Il parlamento deve trovare il coraggio di discutere e di decidere. Sono fiduciosa, comunque, il paese è molto più avanti dei suoi rappresentanti politici.
Crede questo sia un parlamento maturo per discutere di fine vita e di eutanasia?
In questo parlamento c`è una forza retriva e oscurantista che dimora tra la Lega e Fratelli d`Italia. Per fortuna parliamo di due partiti che stanno all`opposizione. Bisogna vedere come si comporterà quello che io chiamo “il partito cattolico trasversale” che è presente in tutti gli schieramenti. Ma, ripeto, voglio essere ottimista: li ho già visti in azione ai tempi della legge sulle unioni Bisogna vedere come si comporterà quello che io chiamo “il partito cattolico trasversale” che è presente in tutti gli schieramenti. Ma voglio essere ottimista civili e devo dire che i “cattolici maturi”, come diceva Prodi, sanno bene da che parte stare. D`altra parte parliamo di misericordia.
Però la stampa e i movimenti cattolici si sono già espressi in maniera piuttosto critica sulla sentenza della Corte e sul dibattito che sta nascendo.
Vorrei ricordare che esiste l`articolo 7 della Costituzione e che in questo paese Io stato fa lo stato e la chiesa fa la chiesa. Noi non apriamo bocca sulle encicliche, il rispetto deve essere reciproco. La cosa che più mi ha inquietato è la dichiarazione del presidente della Cei Gualtiero Bassetti, persona che peraltro stimo. Lui dice che vivere è un dovere. Ma io credo sia un dovere vivere rettamente, nel rispetto degli altri, con carità, solidarietà e misericordia. Perché non lasciare spazio alla dignità negli ultimi momenti della vita?
Quindi non teme che in parlamento i cattolici possano bloccare tutto.
Io non ho problemi con i cattolici. Li rispetto e mi aspetto che la loro frangia più estremista verrà messa in minoranza. Siamo parlamentari e dobbiamo rispettare la Costituzione, poi a casa ognuno tenga il suo Vangelo, il suo Corano, il suo Confucio. Ci mancherebbe altro, ma in parlamento dobbiamo obbedire alle leggi dello stato.


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