“Ora che la Corte Costituzionale ha chiarito he non è punibile chi a certe condizioni agevola intenzione di suicidio, la politica deve fare la sua parte” lo dichiara la senatrice Pd Valeria Fedeli capogruppo in commissione Diritti umani. “Serve infatti ancora un intervento legislativo che sia ispirato non solo all’articolo 32 della Costituzione sul diritto di rifiutare il mantenimento artificiale in vita non più voluto, ma anche e soprattutto all’articolo 3 che contiene il principio dell’uguaglianza. Va riconosciuta quindi la possibilità di effettuare la sedazione palliativa profonda continua fino al sopraggiungere della morte non solo ai pazienti con prognosi infausta a breve termine o nell’imminenza del decesso (come già previsto dalla legge sul testamento biologico) ma anche ai pazienti affetti da gravissime patologie e/o disabilità, irreversibili, inguaribili e totalmente invalidanti, anche non terminali, la cui condizione clinica causa sofferenze refrattarie a qualsiasi trattamento sanitario. Questa proposta legislativa esiste già e può rappresentare un punto di partenza serio e concreto per tutto il Parlamento. Si tratta del ddl a prima firma Marcucci che il Partito Democratico ha già presentato al Senato nel novembre scorso e che prevede, coerentemente con la sentenza della Cassazione, la non punibilità per chi abbia direttamente o indirettamente aiutato il paziente, nelle condizioni sopra descritte, a realizzare una volontà corrispondente alla propria visione della dignità nel morire. E’ il caso di Marco Cappato che rischia ancora 12 anni di carcere per aver accompagnato, e non certo istigato, Dj Fabo nella realizzazione della sua libera scelta. Ma è il caso anche di tanti altri cittadini e cittadine che hanno diritto di vivere e morire in uno Stato che tratti la fase finale della vita come parte della vita stessa riconoscendo a ciascuna e ciascuno la libertà di scegliere, sempre nel rispetto delle leggi e della Costituzione, sia come vivere che come morire”.


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