Cita Zagrebelsky: ‘Nelle costituzioni liberali non c’e’ vincolo di mandato’.
‘Ciascun membro del Parlamento rappresenta la nazione: questo dice l’articolo 67 della Costituzione, che prosegue con il divieto di mandato imperativo. Cito questo articolo per far avvertire come pienamente impropria l’espressione di rinunzia al mandato che è contenuta nella lettera della senatrice Mangili. A lei vorrei spiegare che lei vuole rinunciare a quello che io ritengo sia per ciascuno degli eletti di ogni epoca il più grande degli onori: quello di rappresentare, senza vincolo di mandato, la nazione’. Così si è espressa la senatrice del Pd Anna Finocchiaro intervenendo in aula al Senato nel corso della discussione sulla richiesta avanzata dalla senatrice del M5S Mangili.
‘Questo principio, che è proprio di tutte le Costituzioni liberali del mondo (forse fanno eccezione il Bangladesh, l’India, Panama ed il Portogallo) viene considerato da tutti i costituzionalisti italiani come uno dei fondamenti di una democrazia rappresentativa.
Ho ritrovato un passo di Gustavo Zagrebelsky e lo cito perchè so quanto è caro al Movimento 5 Stelle questo grande costituzionalista italiano: ‘Nelle costituzioni liberali non c’è vincolo di mandato. Nella nostra questo è previsto dall’articolo 67, legato all’idea che la democrazia, come diceva Hans Kelsen, è un regime mediatorio, cioè un regime in cui le ragioni plurime si devono incontrare fra di loro e trovare punti mediani. La libertà dei rappresentanti, senza vincolo di mandato, esprime questa esigenza che in Parlamento – il luogo dove ci si parla – sia possibile perseguire il raggiungimento di quel punto mediano e che l’Aula non sia il terreno di battaglia di eserciti schierati per ottenere o tutto o niente. I rappresentanti devono disporre di quel margine di adattabilità alle circostanze rimesso alla loro responsabilità. Ecco, in sintesi direi questo: libertà del mandato, uguale responsabilità; vincolo di mandato, uguale irresponsabilità, ignoranza totale delle qualità personali dei rappresentanti, mortificazione delle personalità’.
‘Tutto questo c’è nel voto che stiamo esprimendo. Ed e’ per questo – ha concluso la Finocchiaro – che diciamo no alle dimissioni della senatrice Mangili: venga in aula a spiegarne le ragioni, perchè ogni eletto rappresenta la Repubblica e non un capopopolo’.

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