‘Mi aspetto che il segretario faccia un tweet: ‘Romano ti voglio bene’. Doveva consultarlo sui temi europei’
 Aul patto del Nazareno Renzi e Berlusconi devono fare i chiarezza, con una dichiarazione che valga come un impegno di fronte al Paese’. Massimo Mucchetti, ex vicedirettore del Corriere delia Sera, senatore del Pd, è uno dei dissidenti che si oppongono alla riforma del Senato.
Dall’Egitto Renzi ribadisce: ‘È importante il fatto che Berlusconi stia al tavolo della riforma elettorale, come lo è stato a quello della riforma costituzionale: è un fatto di serietà del sistema’. Sembra l’ennesima conferma del patto del Nazareno.
Credo che il patto vada reso esplicito, in tutte le sue componenti, con una dichiarazione di entrambi i contraenti che valga come un impegno di fronte a quello speciale notaio che è il Paese: ‘Nel patto ci sono le seguenti cose, e non altro’. Finora abbiamo intuito i contenuti, ne abbiamo appreso spezzoni. Ma serve un’informazione completa.
Il premier ha definito il patto ‘un atto parlamentare’. Che intendeva dire?
 Non lo so. Gli atti parlamentari si trovano sui siti delle due Camere: ci diano i riferimenti, così potremo trovare il patto.
 Molti parlano di un’intesa scritta.
Non inseguo le voci. Anche se il dato politico di fondo è chiaro.
Ma che cos’è esattamente il patto del Nazareno? Che valenza ha per Renzi?
È un’intesa che fa comodo al Pd, perché elegge a interlocutore unico un Berlusconi ormai a fine corsa. Con lui alla guida di Forza Italia, con il suo partito azionista di riferimento del centro destra, il Pd non avrà un valido competitore.
 E il Caimano, che tornaconto ha?
Non l’ho capito. Non vorrei che i vantaggi per lui derivassero dalla parte del patto che pare ancora celata.
Sul piatto potrebbero esserci la giustizia e la presidenza della Repubblica. Il Fatto ha scritto che uno dei punti dell’accordo è l’esclusione di Prodi dalla rosa per il Quirinale. E l’ex premier, intervistato dal nostro giornale, ha risposto: ‘Non mi sorprende per nulla’.
Prodi non poteva dire di più. Ora mi aspetto che Renzi, in un tweet, dica: ‘Prodi ti voglio bene’. Ma mi sarei aspettato un segnale di rispetto già prima.
 Ossia?
Il premier avrebbe potuto chiedere consigli a Prodi sui temi europei, di cui è ampiamente digiuno. E farlo sapere. Magari avrebbe potuto consultare anche Mario Monti, Emma Bonino, Antonio Tajani o Giuliano Amato, che hanno avuto ruoli rilevanti a Bruxelles. Nessuno nasce imparato.
Renzi fa di testa propria. Lo si è visto anche su Federica Mogherini, designata come Mrs Pesc nonostante le perplessità a livello internazionale.
 All’Italia servirebbe un portafoglio economico e non l’incarico agli Esteri. E comunque, prima di lanciare la Mogherini come Mrs Pesc, sarebbe stato meglio sentire l’umore dei partner europei.
Il premier continua a negare la mano vra in autunno, anche se pare meno ottimista di qualche settimana fa.
L’economia non fa sconti e non vive di battute. In autunno si avrà la prova del nove per il governo con la legge di stabilità.
Come si fa a evitare la manovra?
 Non conosco i conti, ma noto che le previsioni di crescita del Pil sul 2014 erano ottimistiche. Qualche aggiustamento andrà fatto, anche se questo non può essere addebitato al governo Renzi.
Però…
L’ottimismo non basta, già Berlusconi aveva provato a seminarne. Bisogna affrontare i nodi strutturali, e far funzionare il governo: si potrà pure abolire il Senato, ma l’esecutivo ha 800 decreti attuativi in arretrato.
Lei è uno dei dissidenti che si sono opposti alla riforma del Senato.
Prima ancora che sul merito, c’è un grave problema di metodo. In Senato sono stati adottati il contingentamento dei tempi del dibattito, il canguro e il criterio della prevalenza per il voto segreto sugli emendamenti. Già il contingentamento è una misura estrema, che non può essere associata con altre. E invece è stata applicata assieme al canguro, non previsto dal regolamento del Senato, e comunque inutilizzabile per i ddl costituzionali. La prevalenza, poi, non è prevista per gli emendamenti. Queste misure danno alla maggioranza una Costituzione a la carte. Un precedente pericoloso.

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