‘Se non decidiamo di dare gambe ai nostri prodotti agroalimentari per espatriare ed arrivare sugli scaffali internazionali non sfrutteremo a pieno le potenzialità che emergono da questo settore e che possono dare un contributo importante alla ripartenza economica del nostro Paese. Occorre incentivare processi di integrazione finalizzati a processi di internazionalizzazione, lavorare per accordi bilaterali con gli altri paesi e lavorare, come e’stato da più parti sottolineato, per ridurre burocrazie interne’. Ad affermarlo è la senatrice Pd Leana Pignedoli che, dopo il coro unanime da parte dei produttori di eccellenze agroalimentari che si è levato nel corso del primo incontro dal titolo ‘Agroalimentare Futuro-Export’, sulla necessità di promuovere il Made in Italy a livello internazionale, ha promosso quest’oggi, al Senato, un secondo appuntamento, cui hanno partecipato imprenditori, esponenti del mondo bancario, della grande distribuzione organizzata, associazioni che si occupano di Made in Italy , l’agenzia ICE e il vice ministro allo sviluppo economico con delega all’export Carlo Calenda.
‘Ritengo – ha detto Pignedoli – che sia fondamentale un confronto tra tutti gli attori che si occupano dell’internazionalizzazione agroalimentare, per trovare una sintesi utile e azioni prioritarie di accompagnamento alle imprese per attrezzarsi a conquiste di nuovi mercati. Il fatto che la GDO internazionale e che grandi banche abbiano deciso di investire sui prodotti agroalimentari italiani deve spingerci a una riflessione: abbiamo, ancora una volta, le prove della necessità di un ‘sistema export’ per l’agroalimentare, tra i pochi indici in crescita nel nostro settore produttivo in questo grave momento di crisi. Le performance, pur positive, delle esportazioni agroalimentari hanno grandi spazi di crescita, ed è giunta l’ora di investire su questo settore produttivo’.

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