“La Pac è stata una delle principali politiche del mercato comune europeo ed ha permesso di conseguire l’indipendenza alimentare del nostro continente. Sebbene essa conti meno del 2% del Pil e del 5% dell’occupazione dell’intera Ue, va detto che si tratta, in termini assoluti, di un settore che interessa circa 22 milioni di agricoltori e crea 44 milioni di posti di lavoro”. Così la senatrice del Pd Angelica Saggese, intervenendo nell’Aula del Senato.

“Sono molti i fattori che possono incidere sulle scelte da assumere per la definizione del nuovo programma relativo agli anni 2020-2026. La riforma della Politica Agricola Comune deve rispondere, oggi più che mai, alle nuove sfide che il recente panorama comunitario ci chiama ad affrontare, tra cui l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e la vittoria di Donald Trump. L’Unione Europea deve, con misure che sappiano valorizzare la distintività territoriale delle produzioni, premiare l’occupazione delle aree rurali escludendo insostenibili rendite e puntando, al contrario, ad un sistema di premialità qualitativa. L’obiettivo che il nostro governo deve perseguire è quello di assicurare al Paese una piena fruizione delle opportunità di sostegno al settore agroalimentare offerte dalla Politica Agricola Comune, con particolare riferimento alla componente “greening” introdotta quale sistema premiale, in aggiunta al premo base diretto, per il servizio ecologico migliorativo compiuto dall’operatore del settore. Tra le misure su cui dovremo puntare – conclude Saggese – c’è l’implementazione delle produzioni di eccellenza agroalimentari nazionali sostenendo e tutelando la “distintività” dei prodotti made in Italy, la promozione della cooperazione e dell’aggregazione delle imprese, il ricambio generazionale con il sostegno all’imprenditoria innovativa condotta da giovani e/o da imprenditrici agricole e lo snellimento del sistema dei pagamenti diretti”.

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