«È un errore pensare che l`elettorato di centrodestra si è dissolto. De Magistris ha sbagliato nelle sue scelte. I 5Stelle intercettano la contestazione ma non sanno dare risposte. Che invece sono il punto di forza dei candidati radicati nel territorio del Pd che sono la ragione del successo elettorale dem». Vincenzo Cuomo analizza a suo modo il risultato del voto di domenica. Senatore Pd e già due volte sindaco di Portici, è tornato in campo vincendo con un largo 65%, contro il candidato di DemA Salvatore Iacomino a capo di una coalizione molto di sinistra con Verdi e Mdp, mentre l`uomo dei grillini, Giovanni Erra, ha appena superato il 10%.
La vittoria a Portici era tutt`altro che facile, anche perché de Magistris aveva puntato forte sulla città venendo a chiudere qui la campagna elettorale in piazza San Ciro…
«Ma io sono sempre stato tranquillo, il risultato è stato in linea con le mie previsioni. Portici ha una grande tradizione di cultura e critica politica. Sapevo che i miei avversari, affidandosi alle bugie e allo screditamento senza una proposta reale, sarebbe andati a sbattere contro un muro».
È stato importante un candidato come lei, vicino alla sinistra del Pd?
«Ma io sono uno spirito libero, amico di Gianluca Daniele, ma fraternamente vicino a Lello Topo e Loredana Raia, dialogo con Orlando, Guerini, Lotti. E alle primarie del Pd ho votato scheda bianca».
Come valuta il risultato di de Magistris in provincia di Napoli?
«Se dovessi riscegliere con chi schierarmi al ballottaggio a Napoli, sceglierei ancora de Magistris. Ma in queste elezioni il sindaco si è fatto coinvolgere dai suoi alleati in scelte sbagliate, tanto più che lui è anche il sindaco della città metropolitana. A Portici si è messo con vecchi arnesidella sinistra rispolverati e ridipinti come rivoluzionari prendendo meno voti di Campania libera. In generale, si è fatto imporre dai suoi alleati a Napoli scelte che nelle grandi città non hanno avuto risultati. È un errore, perché il sindaco di Napoli è di per se un soggetto politico. E c`è una contraddizione che deve sciogliere: a Napoli lui governa con l`establishment e poi contesta lo stesso establishment con cui governa. Quando affronterà questa contraddizione è possibile stabilire un percorso in cui sperimentare forme di confronto».
Come è arrivata la vittoria del Pd?
«Ogni volta che ci affidiamo al radicamento territoriale, a una classe dirigente locale autorevole e non autoreferenziale o proposta dai vertici del partito, il Pd riesce ad avere appeal. Si riscopre la vocazione alle autonomie locali che è fondativa del Pd. Invece siamo perdenti quando le decisioni discendono dall`altro nei territori».
Si aspettava un risultato migliore dei 5Stelle?
«Ho grande rispetto per l`elettorato 5Stelle, comprendo perché la protesta trova la risposta più immediata in quel partito, ma nessun rispetto per il gruppo dirigente fatto da persone che non hanno mai lavorato, che speculano sulla protesta senza mai offrire una risposta, gente che non ha mai amministrato neppure in un condominio. A Portici sono venuti i re magi, Di Maio, Di Battista e Fico a esercitarsi nel dileggio e nell`insulto verso di me, che a differenza loro ho sempre lavorato, senza uno straccio di proposta. Quella protesta il Pd riesce a intercettarla quando offriamo soluzioni e proposte alla contestazione, lavorando a un civismo territoriale che può entrare in rete a livello nazionale».
Il centrodestra a Napoli e in Campania è in crisi?
«L`elettorato di centrodestra non si è dissolto. Ricordiamoci che appena due anni fa Caldoro ha perso per una manciata di voti. Magari c`è un problema di classi dirigenti, ma l`elettorato c`è ancora».


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