Velocità e trasparenza. Roberta Pinotti, ministro della Difesa in due diversi governi, oggi senatrice del Pd risponde subito quando le si chiede su cosa fare leva perla ripartenza del Paese e della Liguria. A Roma una volta a settimana, per seguire i lavori del Parlamento e delle commissioni e tutti gli altri giorni in smartworking, Roberta Pinotti punta sulla necessità di agire, in questa fase critica, attraverso regole condivise, senza strappi o sceneggiate. Facendo insomma prevalere la condivisione, come per esempio sulla scelta della data delle elezioni regionali che il governatore Toti vorrebbe tenere i112 luglio. «Sarebbe davvero un segnale importante trovare insieme, fra maggioranza e opposizione, una data condivisa che tenga conto delle istanze di tutti i soggetti in campo».
Senatrice Pinotti, anche lei è una sostenitrice dello smart working?
«Lo utilizzo tantissimo per la mia attività parlamentare e di partito, una conference call dietro l`altra, visto che nel Pd coordino il gruppo di lavoro sull`emergenza. Non vediamolo però come una soluzione definitiva, sarà uno strumento utilissimo, ma non sostituirà mai le relazioni personali, quando ovviamente saranno possibili e nel rispetto delle regole che ci impone l`emergenza».
Il decreto di aprile ha mostrato alcuni limiti, almeno secondo quanto emerso dal dibattito politico ed economico. Si può intervenire?
«Non deve sfuggire che un decreto, appena licenziato dal consiglio dei ministri, è legge. Nella sua conversione si può lavorare per migliorarlo, come in questo caso. Abbiamo anche noi come Pd sottolineato l`esigenza di intervenire con un maggiore stanziamento di fondi per il sostegno di famiglie, lavoratori e imprese. Ci stiamo lavorando».
E per la gestione dell`emergenza?
«Ci si muove su più livelli, dalla gestione dell`immediato allo studio della fase due, quella della ripartenza».
Ma ci sarà?
«Ci dovrà essere ma in un quadro condiviso fra Stato, regioni ed enti locali. Serve cioè un direttore d`orchestra nazionale che sappia comporre e armonizzare le specifiche istanze. Non si può pensare di andare ognuno per conto proprio».
E come si deve procedere?
«Due parole, velocità e trasparenza. Dopo il lungo blocco, bisogna ripartire superando la burocrazia frenante, con semplificazioni. Ma allo stesso tempo, come ci hanno avvertito più volte i magistrati, mantenendo fermo il ruolo dello Stato perché l`immissione di denaro rende appetibile la cosa per la criminalità organizzata. E le infiltrazioni possono verificarsi proprio in carenza dello Stato. La sfida che ci attende è importante, è quasi superfluo dirlo. Penso al tema della liquidità delle banche per il sostegno alle imprese, solo per fare un esempio. Questa esperienza riprogrammerà il nostro modo di intendere la comunità così come ha funzionato finora. E potremmo avere anche segnali positivi da questo».
Resta da gestire il grande nodo irrisolto della sanità pubblica…
«Ci ha mostrato la straordinaria abnegazione dei sanitari, ma ci ha anche messo in guardia sul modello da seguire, che non può essere soltanto legato all`eccellenza e al profitto. Fondamentale è il servizio territoriale che regioni come l`Emilia o come il Veneto hanno sempre privilegiato. La Lombardia ha più rincorso altri modelli. Rifletta la Liguria sulla strada che intende percorrere nel suo futuro».
Senatrice, molte aziende, comprensibilmente, spingono per ripartire. Ma questo non può creare problemi in una fase ancora critica come quella che stiamo vivendo?
«Le preoccupazioni del mondo produttivo sono le nostre preoccupazioni, che sentiamo e capiamo. Nessuno vuole l`impoverimento del Paese, che sarebbe un`altra gravissima emergenza. Ecco perché è necessario lavorare bene adesso per prepararci a ripartire in sicurezza. Ci sono studi che si stanno analizzando, so che Fincantieri ad esempio ci sta lavorando. Siamo tutti consapevoli che si debba ripartire il prima possibile, ma non si corra il rischio di vanificare gli sforzi».
In che senso?
«Vede, non c`è solo il tema delle aziende, ma anche quello del trasporto, su cui si concentrerà anche il lavoro della task force governativa. L`importante è che non prevalga il fai date, ma che sia uno sforzo unanime. Il Paese ha mostrato grande maturità, e una coesione e un senso civico che hanno commosso e colpito. Chi si occupa di salute ci invita a essere ancora attenti».
Parla di condivisione, ma in Liguria per le elezioni regionali maggioranza e opposizione si scontrano. Il governatore Toti vorrebbe votare a luglio, il Pd in autunno. Che ne pensa?
«Il consiglio dei ministri oggi per chi legge dovrebbe pronunciarsi sulla data dando alle regioni la possibilità di scegliere in un range che va da luglio a ottobre. Sarebbe un pessimo spettacolo
mostrare di voler decidere facendo prevalere una convenienza di parte. La democrazia non può essere sospesa. Non facciamo l`errore della Francia che ha votato al primo turno delle amministrative ma ha bloccato il secondo. Nelle condizioni di prudenza che il Covid ci imporrà dobbiamo pensare di dare a tutti le stesse condizioni per la campagna elettorale, incluso un accesso paritetico ai media. Io auspico che prevalga la condivisione, non la contrapposizione, e che la scelta della data possa avvenire in modo condiviso, al termine di un confronto».


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