“Più donne al lavoro significa più competitività quindi più crescita per tutto il nostro sistema Paese” lo dichiara la senatrice Pd, capogruppo in commissione diritti umani, Valeria Fedeli. “Mettere le donne in condizione di esercitare la propria libertà di scelta e di autodeterminazione significa non solo realizzare quanto prescritto dalla nostra Costituzione laddove all’articolo 3 assegna alla Repubblica il compito di rimuovere gli ostacoli che impediscono di superare tutte le discriminazioni a cominciare da quella basata sul genere, ma anche assicurare opportunità di crescita e sviluppo per tutta la società. Gli emendamenti che presenteremo alla legge di bilancio – prosegue Fedeli – vanno esattamente in questa direzione, quella di mettere in campo politiche, strumenti e risorse che favoriscano l’ingresso e la partecipazione delle donne al mondo del lavoro, anche al rientro dalla maternità, la condivisione delle responsabilità di cura, che creino una vera cultura della parità e contrastino ogni forma di violenza. Gli ultimi dati Istat ci dicono che in Italia l’11% delle donne con almeno un figlio non ha mai lavorato contro una media europea del 3,7%; che solo una madre su tre ha accesso ai servizi che favoriscono la conciliazione e la condivisione, che il 38% delle occupate con figli under 15 ha dovuto modificare la propria vita professionale e che esiste un significativo divario di responsabilità tra donne e uomini nei lavori di cura al punto che se il tasso di occupazione delle madri con figli piccoli è del 57% quello dei padri sale all’89,3%, quasi il doppio! Nei nostri emendamenti quindi proponiamo l’aumento da sette a dieci i giorni di congedo parentale obbligatorio per i neo papà, l’incremento delle risorse a favore delle imprese femminili, la conferma anche per il prossimo triennio degli incentivi alla contrattazione di secondo livello destinata alla promozione della conciliazione e condivisione tra vita professionale e vita privata, quelli per i voucher baby sitting per lavoratrici autonome o imprenditoriali; risorse per un’offerta formativa universitaria che promuova l’educazione alle differenze di genere quale strumento per realizzare i principi di uguaglianza e piena cittadinanza. Proponiamo inoltre di abbassare al 10% l’iva sui prodotti sanitari e igienici femminili e il rifinanziamento del piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani”.


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