“Domenica potrò scrivere di una buona notizia nel mio editoriale per il quotidiano El Nacional: la classe politica italiana, che ha raccolto il mio appello, non lascerà solo il popolo del Venezuela”.
Così Tulio Hernández, scrittore, editorialista e sociologo venezuelano costretto all’esilio dal suo Paese in conferenza stampa al Senato ringraziando il vicepresidente dei senatori Pd Alessandro Maran che ha promosso l’incontro che ha visto la partecipazione del presidente della Commissione Esteri Pier Ferdinando Casini, il capogruppo pd della Commissione, Gian Carlo Sangalli, il segretario della Fnsi Raffaele Lorusso, e il direttore del Centro studi americani Paolo Messa.
“Lo scopo dell’incontro è quello di accendere i riflettori sul Venezuela e la sua ‘guerra silenziosa’ – ha esordito Maran introducendo il dibattito – In Senato lo scorso gennaio abbiamo discusso una risoluzione per sollecitare ogni utile iniziativa anche in sede europea a favorire la soluzione della crisi. E l’iniziativa di oggi segue quel solco: l’Unione Europea, spesso divisa su ogni singolo dossier di politica estera (dalla Libia al Golfo all’ucraina) può ritrovarsi in una battaglia di civiltà. Specie se si considera che in questi giorni e in queste ore prosegue l’onda di protesta contro il chavismo del presidente venezuelano Nicolas Maduro. L’opposizione riunita nel Tavolo per l’unità democratica, continua a protestare contro l’elezione dell’assemblea nazionale costituente prevista per domenica prossima. Sostenerli è un obbligo morale per noi rappresentanti di istituzioni democratiche”.
“In Venezuela c’è un problema di agibilità per i giornalisti – ha evidenziato il segretario della Federazione nazionale della stampa italiana Raffaele Lorusso – Nel paese è ormai impossibile svolgere la professione liberamente perché quasi la totalità degli organi di informazione, tranne El National, sono controllati dal governo. Chi non si piega viene sbattuto in carcere o costretto all’esilio. E’ una situazione che è andata degenerando con il tempo, è un cappio che si stringe poco alla volta per strozzare tutte le voci critiche al governo. La delegazione italiana alla congresso dello scorso anno della Federazione internazionale dei giornalisti aveva portato una mozione sul Venezuela, raccolta poi all’unanimità, e nella conferenza a Doha di quest’anno sulla libertà di opinione è emerso chiaramente che il Venezuela è tra i paesi dell’America latina, insieme al Messico con il più alto numero di omicidi di giornalisti e il Brasile, in cui la libertà di stampa e i diritti umani sono sempre più negati”.