Senatore Andrea Marcucci, capogruppo del Pd, gli italiani aspettano con urgenza i 55 miliardi del decreto Rilancio e voi non fate che litigare.
«Non va mai dimenticato che è un provvedimento complesso, che deve trovare l`accordo di una coalizione ampia. Però ci sono alcune situazioni che preoccupano anche me».
Quali?
«Penso alle polemiche degli ultimi giorni sul Mes o a quelle sulla regolarizzazione dei migranti. L`opposizione non ha dimostrato responsabilità. Noi della maggioranza invece dobbiamo averla».
Sono due veti M5S.
«Ogni tanto nei Cinquestelle ci sono dei meccanismi che mi sfuggono. Il Mes è un finanziamento vitale: è a un tasso molto basso, senza condizionalità. Sono 37 miliardi che servono alla sanità. E sull`immigrazione penso che le proposte avanzate da Italia Viva siano ragionevoli».
C`è un problema politico con l`M5S?
«No, non c`è. Io l`estate scorsa mi sono speso affinché nascesse questo governo e ho scoperto, in questi dieci mesi, una compagie parlamentare MS5 affidabile, seria. Ma nella situazione nella quale ci troviamo, occorre fare un salto: meno dogmi, più linearità. Dobbiamo aiutare l’economia a risollevarsi, per noi ogni posto di lavoro è sacro».
Il decreto però non c’è ancora. Italia Viva punta i piedi sul bonus turismo. Non è troppo ottimista?
«Ho l`ottimismo della determinazione. I decreti vanno scritti bene. Poi magari le risorse non basteranno, ma intanto serve una buona norma. Per arrivarci ognuno deve mettere da parte l`ego personale».
Il decreto doveva essere approvato ad aprile, poi a maggio. Perché ritarda ancora?
«Gliel`ho detto: perché è un provvedimento complicato. Ma è un decreto legge, quindi sarà subito esecutivo. Poi, durante la conversione, si potrà migliorarlo in Parlamento».
Il governo ha le forze per reggere la fase 2?
«Penso proprio di sì».
I Cinquestelle bloccando la regolarizzazione dei migranti, imprigionano anche il Decreto rilancio. Non si pone un problema dentro la maggioranza?
«Hanno chiesto un supplemento di riflessione. Ma dobbiamo capire tutti, da alcuni colleghi del Partito democratico, passando per Italia Viva, Leu, e Movimento 5Stelle, che non è il momento di piantare le bandierine. Occorre contenere le logiche interne».


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