“Sarebbe folle e sciocco non attivare il Meccanismo europeo di stabilità, dal momento che tutti vogliamo fare gli interessi del paese e tutti sappiamo che occorre investire nella sanità in una forte discontinuità con il passato”. Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato, dice che non è il momento di fare a braccio di ferro con i 5Stelle. “Non temo agguati o tranelli quando, attivato Mes – se sarà attivato – passerà all’esame del Parlamento. I grillini, così come tutte le forze della maggioranza, farebbero bene ad abbandonare approcci dogmatici”.

Marcucci, non si sbatte la porta in faccia a 37 miliardi del Mes, a tasso praticamente zero che hanno come unica condizione di essere spesi per la sanità. E’ questa la posizione del Pd?
“Premetto. La maggioranza e il governo sono chiamati a fare l’interesse del paese. Sappiamo che l’esigenza di investire con risorse molto importanti è di tutti. Quali sono allora gli strumenti? Quali le opportunità che abbiamo? Proverei ad essere pragmatico. Ci sono varie iniziative a cui attingere, il fondo Sure per la disoccupazione, il Recovery Fund, per citarne due”.

Ma il premier Conte non sarebbe intenzionato a utilizzare il Mes, a meno che non lo faccia anche la Francia, per timore del “marchio” che sarebbe altrimenti appioppato all’Italia.
“Si tratta di 37 miliardi con un tasso minimo a 10 anni. Sono condizioni molto interessanti. Non è più il Mes precedente. Non ci sono rischi nell’attivazione per l’autonomia dei nostri conti. Io non sto dicendo che siamo obbligati ad attivarlo, ma che è un’opportunità per il paese e che sarebbe folle e sciocco non attivarlo. Comunque se dal Recovery Fund o da altro nasceranno altre possibilità, si farà una valutazione”.

Per il Pd è lo strumento europeo più vantaggioso?
“Può un titolo di Stato per cui paghiamo interessi al 2 per cento essere considerato più vantaggioso del Mes allo 0,1 per cento?”.

Ci sono tuttavia dei rischi?
“Ce ne sono altrettanti con i titoli di Stato. Direi. Muoviamoci sulla base del buonsenso, dell’interesse per la comunità nazionale. Ripeto: partiamo dalla convinzioni che gli investimenti nella sanità vanno fatti anche segnando una discontinuità col passato. E’ una grande opportunità sul tavolo, senza condizionamenti”.

Crimi, il capo politico dei 5Stelle, ribadisce il no e dice che non ci sarà vincolo di maggioranza che tenga. Al Senato, si rischia un ribaltone per il governo?
“Abbiamo diverse posizioni e talvolta il confronto è anche aspro. Ma abbiamo fatto un patto: ciascuna forza politica deve mettere da parte gli approcci dogmatici”.

E’ la sua risposta ai 5Stelle?
“Vale per tutti. Non credo ci possano essere trabocchetti, perché abbiamo una enorme responsabilità a cui nessuno può sfuggire in un momento drammatico come questo di ripartenza del Paese”.


Ne Parlano