“La Nota di aggiornamento al DEF presentata dal governo non sta in piedi, è scritta sulla sabbia. La realtà è quella di una manovra sbagliata, pericolosa, che rischia di portarci contro un muro. Il quadro programmatico è stato bocciato dall’Ufficio parlamentare di bilancio e criticato da Banca d’Italia, Istat e Corte dei conti. Autorità che avete trattato come nemici così come fate con la stampa e la l’informazione, decidendo di tagliare il fondo per il pluralismo dell’editoria. Avete presentato una relazione al Parlamento ridicola, che non contiene nessun piano di rientro come invece richiederebbe la legge di contabilità. Con l’Europa siete ai ferri corti: Salvini e Di Maio hanno detto “me ne frego”, “gli italiani ci daranno una mano” e “tireremo dritto”. Contro un muro tireremo dritto…!!! Sono proclami che di balcone in balcone ci riportano indietro di 80 anni fa, a quello di Palazzo Venezia. La manovra triennale è coperta per il 70% a deficit, ma il deficit in sé non è un tabù. Dipende se è sostenibile e come viene utilizzato.Con la vostra manovra nel 2021 il debito pubblico aumenterà di oltre 110 miliardi rispetto al livello di fine 2018. Più di 120 miliardi con le entrate da privatizzazioni che scrivete ma che non arriveranno mai. Sono debiti scaricati sulle generazioni future. Si annuncia il governo del cambiamento, si parla di discontinuità e di Terza Repubblica. Ma qui non c’è traccia della Terza Repubblica. Torniamo nella stagione peggiore della Prima. Lo stop all’aumento dell’IVA, che però vale solo per il 2019. Quota 100 per le pensioni, senza sapere se è temporanea (come ha detto Tria) o permanente e se rimane o no l’APE sociale. Il reddito di cittadinanza, che rischia di trasformare la buona intenzione di battere la povertà nel peggiore assistenzialismo di Stato. Infine, gli investimenti. Rimangono le briciole. Meno del 15 per cento del totale. Tagli per la scuola, zero l’università, per la ricerca e lo sviluppo. Nulla per il futuro. Il ministro Tria dovrebbe mettersi d’accordo con il Ministro Toninelli. Perché mentre Tria dice che aumenterà gli investimenti, Toninelli non ha ancora ripartito i 36 miliardi stanziati da Gentiloni, ha bloccato grandi opere per 19 miiardi, ha tolto i soldi alle periferie! Infine, la pace fiscale. La fiera dell’ipocrisia, si abbia il coraggio di chiamare le cose con il loro nome: condono! E’ necessario cambiare strada, cambiare questa manovra, smettere di giocare con i soldi dei contribuenti, pensare un po’ meno alle prossime elezioni europee e un po’ di più al futuro dei nostri giovani”. Così il senatore Antonio Misiani, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama nel suo intervento in aula sulla nota al Def.


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