Lo scontro tra Governo italiano e Commissione Ue sulla programmazione finanziaria lo coinvolge emotivamente oltre che dal punto di vista politico. Dopo
vent`anni trascorsi a Bruxelles, nel Parlamento, si sente soprattutto «europeo», profondamente rispettoso delle istituzioni comunitarie. Il sen. Gianni Pittella(Pd) invita l`esecutivo gialloverde a usare toni più corretti nei confronti dell`Europa: «L`Italia non fa certo una bella figura. Ci si comporta come se la Commissione stesse ordendo una manovra giudaico-massonica contro il Governo italiano. Come se ci fosse un complotto delle agenzie di rating e del fondo monetario nei confronti del nostro Paese. Non è così».
L`interlocuzione con Bruxelles è aspra perché il Governo italiano ritiene che si debba alzare la voce. Nelle trattative, a volte, è necessario…
«Sì, un negoziato può essere duro, ma se si deve arrivare allo scontro e allo sforamento almeno si perseguano obiettivi concreti e di sviluppo, come il completamento dell`alta velocità Roma-Sicilia, il cablaggio dell`Italia meridionale, gli investimenti nella portualità, nell`educazione e nella ricerca, il sostegno alle Pmi e alle zone economica speciale».
Ritiene che il Governo non punti allo sviluppo?
«Non fa azioni di sviluppo, ma solo assistenziali».
Si riferisce al reddito di cittadinanza?
«Principalmente a quello, certo. È una cosa ancora ignota, non si riesce a capire come funzionerà, si parla di scheda prepagata da dare ai cittadini, ma in che modo incide sulla crescita? Un provvedimento di sostegno alle persone povere ci sta, ma non può essere l`unico pilastro della manovra in cui, tra l`altro, si adotta una politica fiscale che colpisce i redditi medio-bassi e sostiene quelli alti».
Di Maio parla di una manovra che va incontro alle esigenze delle famiglie italiane prima che a quelle dell`Europa. E dice che lo sforamento è necessario per far ripartire il Paese…
«Non la penso così. La manovra in debito per 80 miliardi di euro è tutta finalizzata a spesa corrente. Mostrare i muscoli alla Commissione europea, decidendo di sforare, potrebbe essere giustificato solo se il recupero di risorse fosse finalizzato a investimenti per la crescita sostenibile e per la creazione di lavoro, non per spese correnti».
Quindi non ne fa una questione di deficit-Pil?
«Il tema non è 2,4 o 2,5, tetti sforati anche da altri Paesi negli anni scorsi. Andava concordata con la Commissione Ue una manovra più elastica, come fece Renzi
quando ottenne che si varasse un documento introducendo il principio di flessibilità nel patto di stabilità».
Insomma, ritiene che questa manovra sia sterile?
«Dannosa, anche perché non prevede nulla per il Sud, nonostante il successo del M5S proprio nel Mezzogiorno, e s`inserisce in un contesto in cui le previsioni di
crescita sono a rischio a livello internazionale tra politica commerciale di Trump, che introduce i dazi, crescita del prezzo del petrolio e fine della politica di acquisto dei titoli da parte della Banca centrale europea».
Senatore, avrà seguito le vicende di suo fratello Marcello, governatore lucano coinvolto nell`inchiesta Sanitopoli. Pensa che abbia fatto bene, attraverso una sua lettera ai giornali, a chiamarsi fuori da una possibile ricandidatura?
«Preferisco non commentare. Posso solo dire che la sua è una bella lettera, dignitosa, serena e rispettosa. Ha espresso un forte amore per la Basilicata».


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