“Nell’anno che ci porta alla terza manovra di bilancio del governo, ci saremmo aspettati un Def con una prospettiva politica e un indirizzo chiari, invece ci troviamo di fronte a un Def che non è un Def. Le bugie del governo sono state nascoste in un Def senza tendenziali, siamo all’umiliazione del Parlamento. Il ministro Giorgetti ha detto che il debito costa e questo costo sottrae risorse a ‘cose’ più importanti quali sanità e istruzione. Non sono cose, ma diritti universali e non permetteremo a questo governo e a questa maggioranza di cancellarli”. Lo ha detto il senatore Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd, nel suo intervento in Aula.

“Non ci aspettavamo che in qualche modo fosse sconfessata l’azione del governo – ha continuato Boccia – ma ci aspettavamo che in un Parlamento nel quale durante la seconda manovra è stata vietata alla maggioranza di presentare emendamenti, davanti a questo Def la maggioranza stessa avesse un sussulto dignità. Mai come in questo momento avremmo avuto bisogno di condividere con la maggioranza le ricette per l’Italia, invece sul Def le ricette sono solo quelle delle opposizioni. La maggioranza aveva detto che gli interventi fatti l’anno scorso dal governo sarebbero stati tramutati in strutturali con il Def di quest’anno. Invece non è così e sono state riviste tutte le previsioni in maniera peggiorativa: Pil, deficit e debito. La maggioranza non dice la verità al Parlamento. Da 18 mesi il Parlamento viene sistematicamente calpestato da questo governo. Da Giorgetti, ministro dell’Economia per 4 anni e mezzo negli ultimi 6 anni, ci saremmo aspettati una serietà diversa, visto che sul fronte macroeconomico la crescita del Pil dell’1,2 per cento è stata smentita qui in Senato da Bankitalia, dall’Upb, dalla Corte dei Conti, dall’Istat che hanno detto che non cresceremo nemmeno della metà. E se sarà così il problema non sarà di Giorgetti, ma degli italiani e a risentirne saranno la sanità, la scuola, i lavoratori che pur avendo un lavoro sono sotto la soglia povertà, mentre la maggioranza ha detto no al salario minimo. Anche sul Superbonus questa maggioranza non ha alibi. La proroga sulle villette unifamiliari è stata fatta nell’agosto scorso porta la firma di Giorgetti e della Premier Meloni”.


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