“La scelta del governo di presentare un
Def vuoto sia una evidente fuga dall’assunzione di
responsabilità. Ci saremmo aspettati numeri rilevanti su temi
economici e sociali, invece nulla di tutto questo. Tutti i dati
del Def dell’anno scorso sono stati smentiti dai fatti. Il paese
è cresciuto meno di quanto avevano previsto. Oggi non sappiamo se
tutte le misure annuali le ritroveremo nella manovra, ad
eccezione di quelle sul cuneo fiscale”.
“La scelta del governo di presentare un Def vuoto è una evidente
fuga dalle responsabilità. Ci saremmo aspettati una presa di
responsabilità sui temi sociali, e invece nulla. Parte l’intervento
sul cuneo fiscale, ma non sappiamo se tutte le misure approvate
l’anno scorso le ritroveremo nella prossima manovra”. Lo ha detto
il capogruppo del Pd in Senato Francesco Boccia in una conferenza sul Def.
“La mancanza di trasparenza è una delle cose che ci preoccupa di più:
insofferenza ai controlli e alla regole e totale assenza di trasparenza
anche rispetto al Parlamento”, ha aggiunto Boccia.
“Una diffida, sulla legge di Contabilità:
non si azzardino a cambiarla con un Dl del governo. Sentiamo di una
tentazione di via XX settembre di mettere le mani in maniera autonoma
e senza una discussione parlamentare sulla legge di Contabilità. Non
glielo consentiremo, faremo le barricate”.
“Nel 2016 cambiammo la legge, che non si chiama più legge di
Stabilità, lavorando per due anni con una indagine e un Ddl delle
Camere. Fu votata dall’80% del Parlamento e il restante 20% si
astenne, non ci fu nessun voto contrario -ha spiegato Boccia-. Il
governo di allora, Renzi, molto correttamente seguì le indicazioni del
Parlamento”.
“Il sospetto è che vogliano cambiare la legge di Contabilità dando al
governo mano libera sui processi di spesa durante l’anno. Mi appello
anche ai presidenti delle Camere, non ci può essere una forzatura
delle regole da parte del governo”, ha aggiunto Boccia che poi ha
sottolineato: “Faccio anche una appello a non far diventare la
Ragioneria generale dello Stato parte della contesa politica.
Parliamo della sacralità e terzietà dei conti, che non hanno colore politico.
Evitiamo che su un presidio della nostra Repubblica e sul controllo
del conti si abbatta la scure della politica di parte”.

Stop liti tra Fitto e Giorgetti sul Pnrr; non toccare la legge di
contabilità per avere mano libera sulla spesa; tenere fuori la Ragioneria generale
dello Stato dalla contesa politica. Sono i tre appelli-moniti che Francesco Boccia,
capogruppo Pd al Senato, rivolge a governo e maggioranza in occasione della conferenza
stampa organizzata dai dem a Palazzo Madama sul Def. Il ministro per l’attuazione del
Pnrr Raffaele Fitto e quello dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dice Boccia, “si
fermino, la smettano di litigare: gran parte della crescita dipende dalla spesa del 150
miliardi del Pnnr, se si posticipasse, il Def sarebbe non solo al buio ma falso”. E
“non si azzardino a cambiare la legge di contabilità con un decreto del governo:
sentiamo la tentazione di via XX Settembre di mettere le mani in maniera autonomia
sulla legge di contabilità del 2016, il sospetto è che vogliano cambiarla dando mano
libera sui processi di spesa. Non glielo consentiremo, su questo faremo barricate”.
Infine, il terzo appello, “non si faccia diventate la ragioneria dello Stato parte
della sfida politica: la Rgs non ha colore politico, non l’ha mai avuto e bisogna
evitare che un presidio della Repubblica sia toccata dalla scure” ha concluso Boccia.

“Dopo le elezioni europee inevitabilmente
bisognerà mettere le mani sui conti del paese. Rivolgiamo un
appello-denuncia ai ministri Giorgetti e Fitto protagonisti di
continui litigi. Si fermino: Fitto ha smontato e rimontato con
qualche pezzo mancante il pnrr, gran parte della crescita del
Paese dipende dalla spesa del 150 miliardi del Pnnr, se si
posticipasse, il Def sarebbe non solo remissivo ma sarebbe
completamente falso”. Lo dice il capogruppo Pd al Senato
Francesco Boccia durante una conferenza stampa sul Def.
Boccia inoltre, chiede al governo di “non cambiare la legge di
contabilità con un decreto. Il sospetto è che vogliano cambiarla
per avere mano libera sui processi di spesa. Non glielo
consentiremo, su questo faremo barricate”, conclude.

“Se il governo – ha aggiunto – ha intenzione di mettere le
mani sulla legge 163 del 2016, ci appelliamo ai presidenti di
Camera e Senato: sulla legge di contabilità non ci può essere
una forzatura delle regole da parte del governo. L’appello è a
non far diventare la Ragioneria dello Stato parte della contesa
politica. Lì parliamo della sacralità dei conti e della
terzietà. Sarebbe il caso di evitare che su un presidio della
nostra Repubblica si abbatta la scure della politica di parte”.


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