“La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale dice testualmente che “al fine di non compromettere il corretto funzionamento della forma di governo parlamentare, i sistemi adottati, pur se differenti, non devono ostacolare, all’esito delle elezioni, la formazione di maggioranze parlamentari omogenee”. Le questioni aperte da questo chiarissimo spunto sono molteplici, ma ce n’è una che spicca quasi per simmetria: l’omogeneità è più facilmente avvicinabile se l’elettorato attivo è lo stesso. Cosa che oggi non accade, poiché circa quattro milioni di cittadini, quelli compresi tra i diciotto e i ventiquattro anni, possono votare per la Camera ma non per il Senato. Eliminare questo residuo costituzionale, figlio di un’altra epoca, quando oltre tutto la maggiore età si raggiungeva a ventuno anni, è piuttosto semplice, basta un piccolo intervento per il quale in Senato è già depositata una proposta. Quasi inutile sottolineare il valore che questa decisione avrebbe, non solo al fine del migliore equilibrio tra rappresentanza e funzione di governo, ma anche come segnale concreto nei confronti del mondo giovanile, del quale molto si parla in statistiche, convegni e dibattiti politici, ma che poco ci si preoccupa di coinvolgere pienamente nel protagonismo della vita politica”.
E’ quanto afferma il senatore del Partito democratico Daniele Borioli.


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