La corruzione dietro il Mose sia da monito per tutte le megaopere. Adesso attenzione alla questione delle Grandi navi in laguna
«Nessuna sorpresa» per il senatore del Pd Felice Casson a proposito dell`inchiesta della procura di Venezia: oltre 100 indagati e 35 arrestati il 4 giugno per corruzione, concussione e riciclaggio sugli appalti del Mose. Dietro la grande opera da 5 miliardi di euro – il sistema di dighe per proteggere la città dall`acqua alta – più che la salvaguardia di Venezia, si celava un sistema di corruzione per la salvaguarda delle tangenti. Le carte dei magistrati lombardi su Expo sono ancora calde e da Venezia già arriva un altro terremoto, scoprendo «una zona grigia del diritto in cui hanno prosperato in tanti, da una parte e dall`altra», dice Casson, veneziano che conosce bene la sua terra.
Da magistrato prima – sue le inchieste su Gladio, tangentopoli in Veneto, diverse indagini sull`inquinamento ambientali nel porto di Marghera e non solo -. E da politico poi, dal 2005, quando la sua candidatura a sindaco di Venezia spacca l`Ulivo e gli stessi Ds, che optano per l`esponente della Margherita, Massimo Cacciari. Adesso che il centrosinistra veneto è in preda al panico, da più parti si fa il suo nome per Ca` Farsetti. Ma Casson non pare affatto interessato: «Non ho intenzione di venir via da Roma», dice a left. E sulla corruzione avverte: «Adesso attenzione alle Grandi navi in laguna, che non si ripercorrano le strade criminali del Mose».
 Mose, più che di uno scandalo è meglio parlare di un sistema?
Sì, nel senso che non si tratta di una situazione improvvisa, nè tantomeno di interventi della magistratura improvvisati. Da qualche decennio l`attività del Consorzio Venezia Nuova prosegue in una zona grigia del diritto che è sempre stata contestata da una piccola parte della città di Venezia e su questa zona grigia del diritto hanno prosperato in tanti, da una parte e dall`altra. Nonostante i segnali premonitori, da quando sono senatore ho fatto ripetutamente delle interrogazioni, ma adesso si capisce perché, sia livello territoriale che centrale, non c`è stata alcuna adesione.
Com`è possibile che dal 1982 a oggi il Consorzio abbia operato indisturbato in quella che definisce la zona grigia del diritto?
Il vizio d`origine è la scelta del concessionario unico. Un istituto giuridico, condannato in Italia e in Europa, che credo sia un caso unico, appunto. È stata una scelta nefasta, creare praticamente un monopolio, con una gestione del denaro assolutamente libera. Basti pensare che veniva data la possibilità legale al Consorzio di utilizzare a titolo di oneri (all`inizio del 12 per cento e poi del 10 per cento) parte di quanto veniva dato loro dallo Stato senza alcun rendiconto. Il che vuol dire far partire una possibilità di inquinamento e corruzione a non finire. La cosa peggiore è che questa opera e questo sistema sono stati approvati da governi sia di centrodestra che di centrosinistra.
Cifre esorbitanti. Uno ‘stipendio’ per l`ex governatore Galan e finanziamento illecito per la campagna elettorale del sindaco Orsoni. Ci spiega la differenza? Sulle persone valuterà la magistratura che farà le indagini e il processo, aspetteremo l`esito. Ma va detto che si tratta di posizioni, secondo l`accusa, molto diverse. Da una parte Galan, il suo assessore regionale, e si parla di Tremonti e poi Matteoli. In questi casi è corruzione in senso tecnicogiuridico-penalistico. Dall`altra parte la situazione è diversa, nel senso che finora le contestazioni parlano di finanziamenti più o meno leciti. Certo, politicamente e socialmente, è altrettanto grave perché dare soldi e favori a chi è favorevole al Mose vuol dire anche selezionare una classe politica e quindi deformare il gioco democratico. Questo è stato fatto. E questo è l`aspetto più pericoloso.
Da magistrato è stato protagonista della tangentopoli veneziana degli anni 80. Cosa è cambiato da allora?
Innanzitutto gli importi, che adesso sono molto superiori. E in secondo luogo la ricerca di mezzi più sofisticati per nascondere queste dazioni e fare in modo di rischiare di meno di fronte agli eventuali accertamenti degli inquirenti. Poi, è anche vero che allora i partiti avevano molta più forza e il denaro per la gran parte era destinato a essi. Qui vediamo invece che per la gran parte si parla di dazioni per sistemare delle ville, per viaggi, società estere, conti personali e solo in parte destinati al finanziamento dell`attività politica. La caratteristica comune è che c`è una diffusa mancanza del senso della legalità. La corruzione è un cancro non ancora estirpato. Vengono estirpate delle metastasi, ma il cuore rimane.
Tra gli arrestati nessun leghista. E la Lega nord del presidente Zaa sta facendo di questo una bandiera di trasparenza. È davvero così?
È indubbio che fino ad adesso non c`è stato nessun arresto di un leghista, ma alcuni collaboratori di Zaia sono stati implicati. Il governatore ha scelto la continuità con la giunta precedente di Galan, con l`assessore (alle Infrastrutture, ndr) Renato Chisso di Forza Italia, e con Giovanni Artico, funzionario regionale, punto di riferimento di Zaia sulla salvaguardia di Venezia. Li ha tenuti e li ha lasciati in posti di enorme potere a livello regionale. Al di là dei nomi, è un problema di scelta delle persone e di capacità di controllare e capire quello che fanno. Quindi non c`è una responsabilità giuridica e penale, ma una politica sì. Certamente.
«Il problema delle tangenti non sta nelle regole ma nei ladri», ha detto il premier Renzi.
Direi che è un po` più complicata, nel senso che sta certamente nei ladri. Ma anche nel sistema che consente ai ladri di rubare. Se una casa rimane aperta e non è dotata di sistemi di tutela sarà più facile per il ladro rubare. Se la casa si autotutela con sistemi che esistono pacificamente il ladro farà fatica.
A Venezia c`erano porte e finestre spalancate…
Non solo, c`erano inviti a entrare come fosse una festa dove tutti erano d`accordo su un certo modo di far politica e di fare le grandi opere.
Il Mose è solo una delle grandi opere in cantiere. Tav, Ponte sullo stretto, ma anche l`Expo che è un grande evento. Quanto accaduto avrà le sue ripercussioni anche negli altri territori e progetti?
Io spero proprio di sì. Bisogna cominciare a capire che se si realizzano le grandi opere bisogna che ci siano studi, controlli e verifiche dalla parte iniziale fino a quella finale. In maniera rigida e accorata, perché abbiamo visto come, per esempio, il Cvn avesse la capacità di interferire anche con le decisioni e le scelte tecniche-scientifiche. Dobbiamo preoccuparci di trovare degli anticorpi.
Restiamo a Venezia, non solo il Mose ma anche i lavori in laguna per consentire l`ingresso delle Grandi navi.
Adesso sarà opportuno alzare le antenne sulla questione delle Grandi navi in laguna. Stare attenti che non si percorrano le stesse strade criminali che abbiamo visto per il Mose. Sono stato primo firmatario di una mozione contro lo scavo di canali in laguna, per il blocco di alcuni lavori che stavano partendo senza la Valutazione di impatto ambientale. L`esame dei progetti deve essere fatto con la massima trasparenza. Insieme al Movimento 5 stelle abbiamo portato il Senato – quasi all`unanimità – a votare contro gli scavi in laguna (per consentire l`ingresso delle grandi navi, nr). Ecco è questa la mia posizione in relazione alle Grandi navi, credo sia chiara.