‘Serve gente nuova e un dialogo reale con le categorie’
Senatore Felice Casson, perché ha deciso di candidarsi alle primarie?
«Perché credo che a Venezia ci sia bisogno di una svolta netta. Stiamo assistendo al mezzo disastro della gestione finanziaria del Comune, il commissario non sa più dove sbattere la testa, anche i tentativi di svendita dei beni sono andati a vuoto, non si vede prospettiva».
Parlando della situazione finanziaria, il commissario Vittorio Zappalorto ha detto che il prossimo sindaco «sarà il più sfortunato degli ultimi trent`anni». Se è così, chi glielo fa fare?
«Sono abituato alle scelte difficili e impegnative e a cercare soluzioni».
Non è che vuole riscattarsi dalla sconfitta del 2005?
 «Quello che è successo dieci anni fa io l`ho dimenticato. È indispensabile una nuova era per Venezia, il nuovo sindaco deve pensare non al prossimo anno, ma ai prossimi decenni per ricostruire il tessuto urbano, economico, lavorativo, etico di questa città. Bisogna farlo con gente nuova e con una visione del territorio lungimirante, partendo da un dialogo reale con associazioni e categorie spesso dimenticate nel passato».
 Andiamo nello specifico: dal lavoro che avete fatto in Senato emerge al momento il no alle grandi navi e, in attesa della commissione Via, al canale di Contorta. Quindi non si fa niente?
«Ci sono delle soluzioni già presentate che garantiscono l`attività crocieristica e che anzi aumentano i posti di lavoro: mi riferisco alle ipotesi fuori alla bocca di porto o a Marghera. Anche sul porto offshore esistono alternative, prima di scegliere va fatta una valutazione di impatto ambientale e sanitario. Ricordo che per fare il porto offshore servono 2,750 miliardi di euro. Chi li tira fuori?»
Mestre sempre più degradata mentre si profila un quinto referendum per la separazione.
«Non è facendo due Comuni che si risolvono i problemi. Mestre può diventare il fulcro della nuova Città metropolitana attirando risorse per turismo e attività imprenditoriali. Quanto al degrado e alla sicurezza, c`è bisogno di un sindaco in grado di imporre soluzioni anche alle forze di polizia statali: servono poliziotti e carabinieri che svolgano indagini su chi tira le file della criminalità a Mestre. E serve anche una figura come quella del prosindaco Zorzetto».
E con i soldi come la mettiamo?
 «Bisogna sedersi al tavolo con Roma e chiedere un impegno per Venezia visto che Venezia subisce più di altri Comuni i limiti del patto di stabilità: i conti sono quelli del 2007, quando il Casinò dava profitti notevoli e c`erano finanziamenti di legge speciale per la città».
E perché il Governo dovrebbe aiutare Venezia? Dopo il 4 giugno 2014, è dura sbandierare una certa diversità.
 «L`amministrazione comunale non è stata coinvolta dallo scandalo del Consorzio Venezia Nuova che ha riguardato principalmente la Regione Veneto. E stata la degenerazione dell`uso della Legge speciale che ha consentito di creare un consorzio monopolista che ha incamerato tutti i soldi per il Mose e non per la città. L`attività del Consorzio è stata definita da qualche magistrato criminale».
 Con un sindaco ai domiciliari, Venezia ne è uscita comunque male. Diventasse lei sindaco, come caratterizzerebbe l`amministrazione? «Massima trasparenza, rispetto della legalità, eliminazione di ogni conflitto di interesse. Mi riferisco a persone e società che hanno commistioni con il mondo pubblico e con il mondo privato. Aggiungo che chi farà il sindaco e l`assessore a Venezia, dovrà farlo a tempo pieno». Veniamo alle primarie di febbraio. Sono già affollate.
«Non mi pare, siamo solo in tre: io, Jacopo Molina, Sebastiano Bonzio».
Veramente sarebbero della partita anche Sandro Simionato, forse Andrea Ferrazzi e Alessandro Maggioni, Giovanni Pelizzato, Pier Paolo Baretta non si capisce, per non dire di Nicola Pellicani. Quanto a Molina: è stato lei a chiedergli di fare un passo indietro?
«No e non so chi glielo abbia chiesto. Chiunque può partecipare: le primarie non sono uno scontro tra candidati, ma un confronto di idee».
Da Renzi si aspetta un sostegno? In fin dei conti non gli ha votato né il Jobs Act né la riforma costituzionale.
«Io credo che nessun candidato debba aspettarsi nulla da Renzi, il premier è sempre rimasto fuori dalla partita delle primarie».
Nel 2005 l`apparato del partito la sosteneva, oggi non più. In compenso la appoggiano alcuni ex cacciariani.
«Nel 2005 non sapevo neanche che cos`era l`apparato. E cambiata un`epoca. E sono cambiato anch`io: ho compreso i meccanismi della vita politica e del partito e questo ha creato delle resistenze all`interno dell`apparato vista la mia autonomia di pensiero e di azione, mentre ha creato consensi ampi all`esterno».
Non teme di bissare Renato Brunetta? Anche lui si è candidato una seconda volta e per la seconda volta ha perso.
 «Se fosse così nessuna squadra di calcio o di basket dovrebbe ripresentarsi se perde il campionato».
Non la preoccupa l`ipotesi di rispaccare la città? Nel 2005 Casson-Cacciari, nel 2015 magari Casson-Pellicani?
 «Quando si va a votare c`è una divisione in ogni caso. Se la città si spaccherà, sarà sui contenuti».
Cosa pensa di Pellicani?
«Al momento non mi pare che sia candidato. Se si candiderà, ci sarà un confronto come con gli altri. Poi decideranno i cittadini, certamente non gli apparati».
Cacciari ha detto che lei ha sbagliato a candidarsi.
 «Cacciari è Cacciari».
Roma le ha offerto qualcosa perché non si candidasse?
«A me nessuno ha offerto nulla e non c`è nulla che mi interessi più di Venezia. Mi avevano già proposto per due volte di fare il sottosegretario e ho detto no».
È ipotizzabile un`alleanza con il Ncd?
«A Venezia credo sia impossibile. Ci sono profili sociali, culturali, politici, economici nettamente diversi a livello di partiti».
Dicono che lei magari vincerà le primarie, ma poi perderà le elezioni perché la città avrebbe ‘paura’.
«E chi lo dice? Magari qualcuno che si vorrebbe candidare?».
Centrodestra. Berlusconi ha chiesto a Mara Venier di candidarsi, tra i pababili ci sono Francesca Zaccariotto, Mattia Malgara, Renato Boraso, si parla pure di Luigi Brugnaro. Chi teme di più?
 «Io penso che a Venezia, con un programma serio e con una persona credibile, non ci sia nessuno spazio per il centrodestra, chiunque sia il candidato».