Monica Cirinnà, senatrice Pd, è una delle più convinte sostenitrici del Ddl Zan. Sulla proposta di mediazione di Iv ha un’idea precisa: «E’ solo una provocazione».

Senatrice, perché non vi fidate

«Le mediazioni possibili sono state fatte già tutte alla Camera, con un tavolo aperto a tutte le forze politiche. Iv era presente con la collega Annibali. Abbiamo avuto interlocuzioni con la ministra Bonetti, che ora di fatto viene sbugiardata dalle dichiarazioni di Iv, che alza il prezzo della sua presenza. E’ tattica politica sulla pelle delle persone più fragili e più discriminate come i trans. Mi vergognerei a fare una cosa del genere».

Ma i numeri al Senato sono sul filo. Iv dice che allargando il consenso si evitano sorprese nel voto segreto.

«Non esiste! Il problema dei numeri non c’è, se Iv non fa mancare i suoi voti. Lo abbiamo visto nell’ultima fiducia al governo Conte: siamo più di 160. Iv vuole votare la legge o cerca una maggioranza ampia per rendersi credibile agli occhi del centrodestra? Se poi si vogliono accordare con la Lega per altri motivi lo dicano chiaramente».

In realtà ci sono dubbi anche nel Pd e in altri partiti, non solo tra i cattolici. Anche il mondo femminista è diviso. Non è un rischio andare alla conta?

«I rischi ci sono sempre quando si votano leggi di questa natura. Come gruppo Pd abbiamo fatto ben due riunioni con il segretario Letta e sono state composte tutte le perplessità: alcune saranno soddisfatte attraverso l’accoglimento di ordini del giorno. Anche le mie due colleghe che volevano segnare la distanza di parte del mondo femminista alla fine hanno detto che voteranno la legge. Sui voti del Pd non ho alcun dubbio».

Ma è proprio fondamentale il riferimento all’identità di genere? Non basta parlare di orientamento sessuale?

«L’identità di genere è già presente in molti testi, nel regolamento carcerario e penitenziario, tanto che ci sono bracci speciali per le persone trans. Se si tolgono tutte le definizioni – sesso, genere, orientamento sessuale e identità di genere – si mette in difficoltà il giudice o il pm nella tipizzazione del reato e, dunque, nell’applicazione della legge».

Insomma, questa mediazione proprio non vi convince.

«Non è una mediazione. E poi, anche questa cosa di chiedere la fiducia è un modo per tirare la giacca a Draghi. Non è che facciamo modifiche che vanno bene a Renzi e alla Lega e poi mettiamo la fiducia. Se davvero si vuole salvare questa legge, mettiamo fiducia sul testo così com’è. Questa è un’inutile provocazione».


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