“Il limite e il rischio che intravedo nella proposta sugli “assistenti civici” è che senza formazione e protocolli specifici anche un’iniziativa dettata da scopi meritori possa limitarsi a sostanziarsi quasi esclusivamente in una sorta di controllo sociale sui comportamenti delle persone con il rischio, peraltro, che siano commessi errori di valutazione dettati da deficit di preparazione, di competenza e anche di esperienza” lo scrive la senatrice Valeria Fedeli in un articolo in uscita su Huffington Post. “Ecco perché, già nei giorni scorsi, con una lettera pubblicata su Avvenire, insieme a Gianni Pittella mi sono fatta portavoce di una proposta per ampliare, dopo una specifica formazione, gli ambiti di intervento di un “servizio civile nuovo”. Oggi più che mai – prosegue la senatrice dem – abbiamo bisogno di rendere strutturale questa dimensione di impegno civile, di aumentare la presenza sul territorio di persone in grado di mettere le proprie competenze e il proprio tempo a disposizione della collettività non come risposta emergenziale alla crisi dettata dalla pandemia ma come scelta strategica. Ed è proprio al fine di potenziare il servizio civile universale, anche quale strumento di tutela dei territori e di sostegno alle comunità che presenteremo degli emendamenti al Decreto Rilancio da una parte per ampliare appunto gli ambiti di intervento dall’altra per stabilizzare il contingente complessivo di operatori volontari da avviare al servizio civile universale. Mi auguro ci sia la possibilità di discuterne, soprattutto ascoltando e coinvolgendo quelle realtà e associazioni che da anni operano sul campo in modo qualificato (e quindi anche rilanciando la Consulta Nazionale per il Servizio civile) e di trovare la più ampia convergenza possibile per mettere in campo interventi strutturali e non pasticciati, offrire risposte concrete, serie, affidabili a problemi e bisogni altrettanto seri e complessi”.


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