Almeno tre milioni di tonnellate di diesel da cedere a un’azienda italiana da parte di una compagnia di stato russa. Si tratterebbe di una compravendita con la quale il Cremlino avrebbe dovuto rifinanziare il partito di Matteo Salvini alla vigilia delle europee del prossimo maggio. E’ quanto riportato in queste settimane dal settimanale l’Espresso: un piano della Russia per sostenere i sovranisti, mascherato da scambio commerciale e che vede come primo attore della trattativa l’ex portavoce del Ministro dell’interno e uomo a lui vicino, Gianluca Savoini.
Il meccanismo escogitato per la trattativa sarebbe consistito, quindi, nella vendita del carburante da parte della compagnia russa con uno sconto del 4% sul prezzo di riferimento all’indice del settore, arrivando anche ad un 6% con la differenza del 2% da rendere indietro agli attori russi. Il 4% dello sconto sul prezzo avrebbe prodotto, nell’arco della fornitura, un “accantonamento” di 250.000,00 euro al mese. Per portare avanti tutta l’operazione sarebbe stata individuata, secondo il settimanale, come banca di deposito la Banca Intesa Russia. Sia la Rosneft, società di Stato russa, che l’Eni, società di Stato italiana, hanno smentito tali notizie. A tal proposito il senatore Dario Stefàno vice presidente del gruppo del Pd al Senato, con altri colleghi dem, ha presentato una interrogazione al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri. Nell’interrogazione si chiede di sapere se i fatti riportati dal settimanale corrispondano al vero e se i ministri interpellati non ritengano necessario, intraprendere iniziative volte a garantire l’indipendenza del nostro Paese da quelli che, se confermati, apparirebbero come inaccettabili condizionamenti”.

Segue testo interrogazione

Interrogazione a risposta orale

Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro degli esteri e della cooperazione internazionale

Premesso che,

sul settimanale l’Espresso sono stati pubblicati recentemente diversi articoli che riferiscono di una trattativa portata avanti, sin dal luglio dello scorso anno, dal sig. Gianluca Savoini, ex portavoce del Ministro dell’interno e uomo a lui vicino, volta a trovare fondi con cui finanziare la Lega;
in data 18 ottobre 2018, presso l’hotel Metropol di Mosca, come ricostruito dai giornalisti del settimanale sopracitato con prove documentali rilevanti quali ad esempio diverse fotografie, il signor Savoini ha incontrato, insieme ad altri due italiani, tre uomini russi con i quali sarebbero stati definiti i dettagli di un affare che avrebbe riguardato la fornitura di tre milioni di tonnellate di diesel del tipo “Gasoil EN 590 standards Udsl”, ceduti da una compagnia russa e acquistati da una compagnia italiana;
sempre per come riferito dai giornalisti del settimanale l’Espresso, inizialmente, la vendita sarebbe dovuta avvenire tramite la società Avangard, mentre in seguito la scelta sarebbe caduta sulla società di Stato russa, Rosneft. L’acquirente invece sarebbe stato la compagnia di Stato italiana, Eni, capace – a detta degli attori di questa vicenda – di acquistare anche più quantità di gasolio all’occorrenza;
il meccanismo escogitato sarebbe consistito, quindi, nella vendita del carburante da parte della compagnia russa con uno sconto del 4% sul prezzo di riferimento all’indice del settore, arrivando anche ad un 6% con la differenza del 2% da rendere indietro agli attori russi;
il 4% dello sconto sul prezzo avrebbe prodotto, nell’arco della fornitura, un “accantonamento” di 250.000,00 euro al mese, ossia veniva quindi individuata quale banca per portare avanti l’operazione la Banca Intesa Russia;
a seguito della pubblicazione di questa notizia, Eni ha precisato di non aver preso parte in alcun modo all’incontro suddetto così come, la Rosneft ha affermato che le informazioni riguardanti la compagnia corrispondono a menzogne;
nel giorno precedente al soprariferito incontro, il Ministro dell’interno e segretario della Lega, Matteo Salvini, si trovava a Mosca, invitato da Confindustria Russia;
il signor Savoini insieme al signor Claudio D’Amico è fondatore della società di consulenze “Orion Lee”, con sede a Mosca, e dell’associazione “Lombardia-Russia”;
il signor Claudio D’Amico svolge il ruolo di consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del Vice Presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Salvini;
si chiede di sapere:
se i fatti riportati corrispondano al vero e se, in ragione della impossibilità di minimizzare la loro portata, i ministri interrogati non ritengano necessario, ciascuno per le proprie competenze, intraprendere iniziative volte a garantire l’indipendenza del nostro Paese da quelle che appaiono come inaccettabili condizionamenti allogeni.

Sen. Dario Stefàno
Sen. Dario Parrini
Sen. Vincenzo D’Arienzo
Sen. Roberto Rampi
Sen. Valeria Valente
Sen. Valeria Fedeli
Sen. Nadia Ginetti
Sen. Alessandro Alfieri
Sen. Edoardo Patriarca
Sen. Eugenio Comincini
Sen. Matteo Richetti


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