“Speravamo che la “tempesta emotiva”” considerata come attenuante in un caso di femminicidio fosse stata un caso isolato. purtroppo, ci sbagliavamo. A Genova, la Corte ha stabilito che un uomo ucciso la compagna perché mosso “da un misto di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento”.

Con questa motivazione ‘emotiva’ si elimina il concetto di responsabilità de propri gesti e si certifica un orientamento culturale e giuridico inaccettabile. Se si avalla questo tipo di cultura nessun impegno concreto per la violenza contro le donne ha più senso. Noi siamo responsabili dei comportamenti che mettiamo in atto a seguito delle emozioni. E quella responsabilità è la base della giustizia”. Lo dichiara la senatrice del Pd Vanna Iori.


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