“I giudici hanno sempre piena e totale libertà di giudizio. Quello che nemmeno ad un giudice però è consentito è di sconfinare in valutazioni etiche o addirittura estetiche”.
lo scrive su Facebook la presidente della commissione sul femminicidio, Valeria Valente.
“Un linguaggio – continua la senatrice – come quello usato dalle tre giudici di Ancona ai danni di una giovane donna peruviana, descritta come troppo brutta per essere desiderabile, rischia, in un momento difficile per il paese, con forti spinte regressive, di riportare anche la nostra giurisprudenza indietro di molti anni.
Un linguaggio pericoloso perché dà alle giovani generazioni un messaggio sbagliato e diseducativo. Il verdetto è stato per fortuna annullato e il processo dovrà essere rifatto. Speriamo questa volta utilizzando prove e metodi certi di una giustizia in una paese civile.
La nostra battaglia contro il femminicidio deve partire innanzitutto da questo: restituire serenità e giustizia, e non altro dolore, alle donne vittime di violenza”, ha concluso la presidente Valente


Ne Parlano