“Faccio appello alla maggioranza : riapriamo davvero la partita sul Codice Rosso e facciamo una vera discussione qui al Senato. Facciamolo nell’interesse prioritario delle tante donne vittime di violenza che hanno diritto ad avere una risposta: se fosse questo lo spirito si potrebbe arrivare anche a un voto unanime. Abbiamo l’occasione di costruire un provvedimento in grado di rafforzare ulteriormente l’impianto normativo esistente, non sprechiamola : anteponiamo il bene delle donne, la loro protezione, la loro tutela, alle pur legittime posizioni politiche e culturali differenti “, così in una nota la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul Femminicidio.
“In queste settimane tanti magistrati, operatori e avvocati impegnati su questo terreno da anni, associazioni e centri antiviolenza, ci hanno detto che il testo, pur contenendo importanti e positive novità, presenta ancora troppe lacune e insidie. Sono stati presentati 99 emendamenti in commissione giustizia al Senato per migliorare il provvedimento: discutiamone, sarebbe davvero un esempio di buona politica. Tra le novità che si chiede di introdurre ci sono tante cose oggettivamente importanti ed utili: dall’introduzione del fermo indiziario, oggi utilizzabile solo per alcuni reati, anche per i maltrattamenti famigliari e lo stalking, alla possibilità di mantenere un margine di discrezionalità vero per il giudice sui “tre giorni”, per evitare rischio serio di vittimizzazione secondaria delle donne e indebolire il principio della specializzazione necessaria del magistrato chiamato ad ascoltare parte offesa , passando per l’individuazione di risorse e coperture certe per la formazione del personale di polizia giudiziaria, già prevista dal Codice ma che rischia di restare aleatoria senza risorse. Si tratta di modifiche di puro buon senso, volte unicamente a rendere il provvedimento più efficace. È un’occasione troppo importante per essere sacrificata alla logica della battaglia politica: confido che almeno su queste tematiche ci sia volontà comune di procedere con uno spirito di reale collaborazione, sarebbe gravissimo non provarci nemmeno”, conclude Valente.


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