“Ieri il Consiglio comunale di Roma una mozione del Pd per evitare il distacco delle utenze alla Casa delle Donne Lucha Y Siesta. Ora c’è il problema di ricollocare parte delle donne e dei bambini ancora ospiti, ma è necessario comprendere che luoghi come questo sono unici. Non si può dire di lavorare contro la violenza e il femminicidio e poi chiudere le Case delle Donne”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta sul Femminicidio.
“L’aiuto che queste case rifugio offrono alle donne in fuga dalla violenza – spiega Valente – non può essere commissionato a qualcun altro. Le associazioni delle donne che in tutta Italia si occupano della gestione di queste case non garantiscono solo assistenza professionale, ma anche accoglienza, solidarietà, scambio di esperienze tra donne, spirito di comunità: un complesso di esperienze che contribuisce alla ricostruzione dell’identità e dell’autonomia necessarie alla fuoriuscita dalla violenza di genere, che ha natura culturale. Chiudere Lucha Y Siesta significa dunque non solo impoverire la città di Roma di posti residenziali disponibili per le donne che devono essere protette dalla violenza e per i loro figli, ma anche privare la Capitale di un presidio di prevenzione, di cultura femminile e di parità. Sarebbe una sconfitta per tutte, compresa la sindaca. Salvare Lucha Y Siesta e le altre case è un dovere”.


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