Alla seconda legislatura in Parlamento (la prima in Senato), Ernesto Magorno è riuscito a ottenere la designazione cui forse ambiva di più. Il Copasir è infattiuno degli organismi bicamerali con maggiore peso istituzionale essendo chiamato a esercitare un controllo sui nostri
Servizi segreti.
Ma come può un semplice parlamentare incidere sulle scelte di un`istituzione così complessa?
«Attribuisco un grande valore alla mia indicazione da parte dei senatori del Pd all`interno del Copasir. Il ruolo delle intelligence
è decisivo in questo delicato momento storico, in cui le tensioni internazionali sono diverse e il rischio di radicalizzazione è sempre attuale, soprattutto in relazione al grande tema che occupa l`agenda mondiale, ovvero quello delle migrazioni e della necessaria integrazione».
Sotto la guida di un calabrese, l`ex ministro Marco Minniti, gli apparati di intellegence hanno ricevuto apprezzamenti per la qualità del loro lavoro. Il nuovo governo, invece, vorrebbe procedere a un cambio dei vertici.Condivide questa impostazione?
«Il nostro apparato dei Servizi segreti è senza dubbio ottimo, ma nulla esclude che all`interno del Copasir possa nascere una discussione approfondita su modifiche migliorative alla legge quadro, anche guardando alle esperienze positive di altri Paesi. C`è ancora il tema del
cyberspionaggio e degli strumenti di controllo a servizio della sicurezza nazionale, a partire da un crescente e robusto contrasto
alla criminalità organizzata».
In Calabria e Sicilia le organizzazioni criminali non sembrano sfiancate oltremodo dai colpi inferti da forze dell`ordine e magistratura.
«La Dia ha richiamato la nostra attenzione sulle infiltrazioni delle mafie nei corpi delle nostre professioni e delle istituzioni, alterando l`economia ed espandendosi ormai oltre i confini nazionali, in particolare la ‘ndrangheta’. In Calabria il lavoro di repressione,
grazie all`impulso di magistrati esperti come il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, sta producendo risultati sul terreno del contrasto».
Sul fronte politico il suo partito, il Pd, appare incapace di incarnare l`alternativa al duopolio M5S-Lega.
«Molto nella discussione interna, purtroppo, è stato assorbito da un giudizio e dalla critica a Renzi, che a mio avviso resta un leader unico: non immagino che il Pd e il centrosinistra possano fare a meno di lui».
Ad ascoltarla sembra quasi che lei non appartenga a questo partito…
«Sbaglia, perché io voglio dare un contributo in Calabria e in Parlamento per invertire la rotta e riportare il Pd al successo».


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