“Questo Decreto è un’occasione mancata per la buona politica e per il Paese.
Un’occasione mancata per dire in modo netto da che parte è il Governo rispetto agli scempi edilizi perpetrati in anni e anni di disattenzione, rispetto al rischio idrogeologico che è sempre più una minaccia per l’intero Paese e per i territori più fragili, rispetto alla tutela e salvaguardia territoriali, alla bellezza e allo straordinario patrimonio ambientale che dovrebbe invece essere il nostro valore aggiunto, la nostra capacità di costruire risposte di buona economia e buon lavoro per le nuove generazioni. Chi governa ha ottenuto consenso sbraitando nelle piazze e sui social su parole d’ordine che andavano nel senso opposto: dovrebbero vergognarsi, per tanta ipocrisia e menzogna”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova a proposito del Decreto Genova in discussione al Senato.
“Anziché affrontare con determinazione il tema della ricostruzione del Ponte Morandi, dell’aiuto agli sfollati, del sostegno a lavoratori e imprese, del rilancio economico e infrastrutturale del capoluogo ligure, tradiscono le aspettative dei cittadini genovesi”, prosegue la Senatrice, “e utilizzano quella tragedia per introdurre un condono tombale sugli abusivismi edilizi ad Ischia dove mai nessun condono aveva osato tanto e un condono sugli abusivismi edilizi del centro Italia.
E considerano traditori, da cacciare, coloro che anche dalle loro fila chiedono di tornare indietro, di non osare tanto, di non calpestare in questo modo il diritto, la tutela territoriale e tutti gli italiani onesti.
A tre mesi dalla tragedia del Ponte Morandi, tanti ne sono già passati, dimostrano tutta l’inadeguatezza del governo.
Infatti il Decreto non passerà alla storia perché sostiene Genova ma per il più scandaloso condono edilizio tombale di questo Paese e per l’introduzione di una norma sull’uso dei fanghi in agricoltura confusa e che non c’entra niente con l’emergenza di Genova. Il Decreto, Genova, Ischia, sono il banco di prova su cui questo Governo ha fallito.
Su Genova: perché ancora dopo tre mesi non sappiamo, i genovesi non sanno, cosa accadrà nella loro città, delle loro case, della loro viabilità, della loro economia. Su Ischia: perché non proseguono nella via che noi avevamo indicato con chiarezza estrema con Casa Italia. Smantellano Casa Italia, Italia Sicura, dirottano – millantando di riorganizzarle – le risorse destinate alla sicurezza delle scuole e dicono con chiarezza: la sicurezza dei cittadini non è una nostra priorità e non è una nostra priorità la salvaguardia del territorio; non è una nostra priorità il sistema-paese e non è una nostra priorità l’interesse nazionale che proprio su questo cose si misura e si fonda. Quell’interesse nazionale per cui attaccano e criticano l’Europa lo tradiscono con questo Decreto”.


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