“Cosa farà il Governo su Industria 4.0 e strumenti dimostratisi essenziali come iper e super ammortamento? Rifinanzierà misure come il credito d’imposta per innovazione e ricerca e per l’acquisto di nuovi macchinari (nel sud esteso anche all’agricoltura), considerate utilissime dalle aziende? Potenzierà strumenti che si sono dimostrati essenziali per le piccole e medie imprese come la Legge 181 per le aree di crisi complessa? Come agirà in Italia e in Europa per sostenere le produzioni italiane, e rifinanzierà il piano Made in Italy?
Cosa intende fare per chiudere la pratica della ‘ricollocazione sul mercato’ di Alitalia, con la scadenza dei Commissari e del prestito alle porte? Come affronterà la questione Ilva dopo l’invio del fascicolo ad Anac per la verifica dell’aggiudicazione dal momento che anche la copertura dei parchi minerari è in atto grazie a risorse anticipate dall’Amministrazione Straordinaria per conto del subentrante? Con quali risorse farà fronte alle manutenzioni necessarie a garantire la sicurezza sul lavoro e al lavoro dell’indotto considerato che quelle a disposizione dell’Amministrazione Straordinaria verranno esclusivamente impiegate per i lavoratori?”. Sono le domande che la senatrice Teresa Bellanova, capogruppo Pd nella Commissione Attività produttive, ha rivolto al ministro Di Maio nel corso dell’audizione oggi nelle Commissioni Attività produttive e Lavoro.
“Di Maio – prosegue Bellanova- sfugge dinanzi ai problemi e oggi in Commissione è stato di fatto impedito un confronto nel merito. Questioni così cogenti non possono risolversi in cinque minuti di interlocuzione, a meno di non volerne eludere il merito. Le risposte del ministro si sono rivelate assolutamente insufficienti e su temi incalzanti come Alitalia e Ilva desolatamente vaghe e purtroppo scontate. E’ obiettivo di qualsiasi trattativa mettere in sicurezza lavoratori e azienda. E il tempo non è una variabile indipendente. Se ci avesse detto che il suo problema, soprattutto su Ilva, è come non perdere la faccia rispetto alle promesse di questi anni e non rompere con l’alleato di Governo che in tema ha opinioni ed esigenze politiche ed elettorali diametralmente opposte, lo avremmo apprezzato di più. Su questo come su altro continuano a stare in campagna elettorale. E giocano – conclude Bellanova – sulla pelle del Paese e del lavoro”.


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