“Se il ‘Codice Rosso’ è un provvedimento che, come sostiene la stessa ministra Bongiorno, porta in serie A il reato di violenza sulle donne, perché allora non accogliere quei due, tre emendamenti migliorativi presentati dalle opposizioni che hanno esattamente l’obiettivo di trattare questo reato con gli strumenti indispensabili per contrastarlo davvero?” lo ha detto la senatrice Pd e capogruppo in commissione diritti umani Valeria Fedeli durante il dibattito in Aula. “E quindi puntando non solo sull’inasprimento delle pene, necessario ma non sufficiente, ma anche da una parte a rimuoverne le cause attraverso la prevenzione e dall’altra a investire sulle competenze, le specializzazioni di chi deve accogliere, sostenere, accompagnare le donne che denunciano. E qui mi rivolgo in particolare al senatore Pillon: è inaccettabile che di fronte a una denuncia la priorità sia accertarsi che la donna stia dicendo la verità. Le donne che denunciano, che hanno il coraggio di farlo spesso in situazioni economiche, lavorative difficilissime, che hanno dei figli, vanno innanzitutto credute! Quando nel 2013, con la legge 77, il Parlamento ha recepito all’unanimità la Convenzione di Istanbul, abbiamo trasversalmente scelto di voler contrastare non solo il fenomeno del femminicidio ma ogni forma di violenza sulle donne: verbale, economica, sociale, culturale. E di farlo attraverso una visione olistica che tenesse insieme prevenzione e quindi educazione al rispetto, tutela, contrasto e sanzioni. Se non restiamo fedeli a questa visione – ha detto ancora Fedeli – non avanzeremo di un passo e ogni giorno, sui giornali, continueremo a leggere di donne violentate e uccise da uomini e ragazzi che, cresciuti in una cultura infarcita di stereotipi e pregiudizi e della concezione della donna come proprietà maschile, non sanno accettare la fine di una relazione sentimentale, la libertà, l’autodeterminazione delle loro compagne, fidanzate, mogli”.


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