“Celebrare la Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, vuol dire attuare quotidianamente ciò che prescrive l’articolo 3 della nostra Costituzione: rimuovere tutti quegli ostacoli che non permettono alla persona di realizzarsi e vivere liberamente seguendo anche le proprie aspirazioni e il proprio orientamento sessuale, nel rispetto dei principi fondamentali di equità e giustizia” così la senatrice Pd Valeria Fedeli capigruppo in commissione diritti umani.
“Hate speech, atteggiamenti discriminatori, di rifiuto e chiusura, e purtroppo spesso violenti, nei confronti delle persone LGBT, si ripetono con frequenza allarmante. Questo fenomeno inaccettabile deve essere contrastato nelle nostre scuole, educando le nostre ragazze e i nostri ragazzi al valore della diversità, e sopratutto garantendo a tutte e tutti diritti e rispetto. La trasformazione della società è un dato innegabile ed è opportuno che il legislatore dimostri di saper adeguare la normativa alla realtà. Uno storico passaggio di questo processo è stata la legge sulle Unioni Civili del 2016 e ora i tempi sono maturi per un ulteriore passo in avanti: la necessaria riforma della legge 4 maggio 1983, in materia di diritto del minore ad una famiglia. Il ddl, a mia prima firma, sulla riforma delle adozioni, presentato in Senato, traduce questa responsabilità politica, quella di tutelare il diritto del minore ad una famiglia che lo ami e lo protegga sia questa eterosessuale o arcobaleno, perché l’interesse superiore deve essere sempre quello del minore. Come risulta dalle numerose sentenze succedutisi negli anni, il matrimonio non è più un requisito necessario per gli aspiranti genitori adottivi, così come non vi è necessità della eterosessualità degli stessi per ritenere che siano idonei alla genitorialità adottiva. I requisiti per l’adozione devono essere amore, responsabilità è un comune progetto di genitorialità, non l’orientamento sessuale della coppia o del single che vuole donare affetto, impegno e calore ad una bambina o ad un bambino.
Chi vuol difendere concretamente l’integrità del corpo femminile e contrastare la pratica della maternità surrogata, deve contribuire ad accelerare la discussione e l’approvazione della riforma. Così avremo più bambini che crescono nelle famiglie che desiderano essere responsabilmente genitori per amore”.


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