Il Partito Democratico porta nel nome la sua vocazione. Democrazia, dialogo, uguaglianza e comunità: valori profondissimi e al tempo stesso delicati. Per arrivare a chiamarci così, molti di noi hanno combattuto, sofferto e, talvolta, rinunciato a rimarcare la propria idea a fronte di un ideale più alto, che si chiama bene comune.
Da sempre, anche nella mia esperienza amministrativa e come dirigente del partito, ho lavorato per valorizzare la pluralità come principio cardine dell’impegno politico. Diverse culture, pensieri che poggiano su responsabilità e aspirazioni condivise. Non sono le forti personalità a nuocere alla politica, piuttosto lo sono i personalismi. Andrea Orlando rappresenta il possibile baricentro capace di aggregare un centrosinistra ampio e in qualità di Segretario può dare più forza al Partito che si candida al Governo del Paese.
In questi anni da Senatrice della Repubblica ho battagliato in parlamento e nelle Commissioni, nei media e nei dibattiti pubblici nell’esclusivo interesse del mio Paese e del territorio che rappresento, con particolare attenzione ai Diritti Civili, alla Cultura, l’Istruzione, la Legalità e la tutela dei Minori.
E’ questo lo spirito che riconosco ad Andrea Orlando, che intende riscrivere un nuovo patto tra cittadinanza e politica, una politica che tragga la sua forza non dai muscoli, ma dal buonsenso. Unire l’Italia, Unire il PD: questo il senso profondo della mozione Orlando al prossimo congresso.


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