“ Le dimissioni di Matteo Renzi dalla  guida del PD, che contiamo siano formalizzate alla direzione di lunedì 12,  sono necessarie non per l’urgenza di affidarci a un nuovo uomo della provvidenza, ma come condizione per aprire una fase di riflessione vera all’interno del Partito Democratico. “

Lo scrive il portavoce di ReteDem, Sergio Lo Giudice, membro della direzione nazionale del PD.

“L’urgenza è di fare adesso quello che non abbiamo fatto dopo le ultime sconfitte: interrogarci sui motivi di un evidente scollamento con la società, sul fallimento di una proposta politica risultata inadeguata, su come riammettere in moto la nostra comunità politica e,  in fin dei conti, sulla nostra identità e la nostra visione del futuro.

In questi anni abbiamo assistito a momenti di approfondimento di parte, com’era la Leopolda, o a conferenze programmatiche svuotate di senso e di anima, come l’ultima di Napoli. Siamo invece andati avanti di primarie in primarie senza riflettere su noi stessi, come se la scelta del capo branco più aggressivo fosse quello di cui avevamo bisogno. Adesso diamoci il tempo per discutere, per ascoltarci a vicenda, per mettere l’orecchio a terra e provare a comprendere cosa succede e quale dovrà essere il nostro compito.

Il vice segretario Maurizio Martina ci guidi fino all’Assemblea nazionale di aprile e  quell’assise battezzi un nuovo segretario. Così, saggiamente, si fece nel 2008, con l’elezione di Dario Franceschini dopo le dimissioni di Walter Veltroni, e nel 2013 con l’elezione di Guglielmo Epifani in sostituzione di Bersani . Per le sfide ai gazebo c’è tempo: adesso è il momento di ricostruire una comunità politica lacerata e disorientata intorno a un orizzonte comune. “


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