“Dopo tante chiacchiere, ecco i fatti sul Def, arrivato finalmente in Aula. I fatti, che non sono belli ma sono oggettivi, dicono che l’Italia perde peso, credibilità, ricchezza. I fatti ci parlano dello spread che cresce, di vendite a pioggia in borsa che si stanno mangiando, già da prima, la cosiddetta ‘manovra del popolo’. La curva dei rendimenti dei Btp è tornata ai livelli del 2013, il costo delle polizze contro il rischio default dell’Italia ai livelli della crisi. Il costo delle parole, come ha detto Draghi, è già da ora un aumento di 2 miliardi di euro di spesa per interessi, che viene riconosciuto dalla stessa Nadef”. Lo dice il senatore Mauro Maria Marino, vicepresidente della Commissione Bilancio, che è intervenuto in Aula sul Def.
“Non voglio parlare di reddito di cittadinanza – ha proseguito Marino – sul quale i conti non tornano, visto che 780 euro per 6,5 mln di poveri fa 50,7 miliardi e non 10 miliardi. Non voglio parlare delle pensioni di cittadinanza, che saranno a carico delle nuove generazioni. Non voglio parlare della flat tax che flat tax non è. Voglio parlare di pace fiscale che è un condono tombale: l’effetto annuncio sta già intaccando il gettito fiscale da contrasto all’evasione in maniera significativa, per una cifra di quasi 4 miliardi. Si vanificano così
gli ultimi anni di lotta all’evasione fiscale, che nel 2014 era pari a 112 miliardi, nel 2015 a 107 miliardi e nel 2017 a 91 miliardi. In questo modo Lega e M5s stanno disgregando il Paese, con una campagna elettorale lunga fino alle Europee”.


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