“Noi oggi non dobbiamo decidere se condannare o no Matteo Salvini per sequestro di persona. Noi dobbiamo decidere se nella vicenda Open Arms l’allora ministro degli Interni abbia compiuto atti giustificati dall’interesse pubblico. Per il Pd la risposta è no. Non c’era pericolo di presenze di terroristi, non c’era necessità di fare pressioni sull’Europa perché alcuni paesi avevano già dato la loro disponibilità ad accogliere quelle persone. E se anche fosse dimostrabile l’interesse pubblico per noi non è concepibile violare diritti e libertà individuali di persone lasciate per 19 giorni su una nave. E pensiamo che tutto questo non c’entri nulla con il tema del controllo dell’immigrazione. Forse c’entra con la propaganda e con la volontà di nascondere l’inefficacia della politica dei porti chiusi che doveva impedire nuove partenze che invece, come dimostrano le cronache di questi giorni, continuano proprio su quelle rotte, quelle tunisine, che noi da tempo avevamo segnalato, completamente ignorati da Salvini. E bene ha fatto la ministra Lamorgese ad andare a Tunisi e a rafforzare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio siciliano dopo che un anno fa si negava il problema perché tanto bastava tenere in ostaggio l’Open Arms. No, per noi non era interesse pubblico e il Senato deve consentire alla magistratura di decidere se l’equilibrio tra interesse pubblico e diritti è stato superato. Noi non vogliamo abbattere Salvini con i processi, ma vogliamo battere Salvini politicamente dimostrando che i grandi problemi come l’immigrazione si possono e si devono governare senza perdere di vista i diritti”. Così Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd, nella sua dichiarazione di voto durante la discussione sulla relazione della giunta delle immunità del Senato sulla vicenda Open Arms.


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