“Abbiamo evitato la procedura d’infrazione, che sarebbe stata un disastro per l’Italia, ma al prezzo di questo decreto ‘salva conti’, una manovra correttiva molto consistente, che taglia i 2 miliardi congelati dalla legge di bilancio, che prende atto dell’aumento delle entrate grazie alla nostra fatturazione elettronica, che beneficia del mezzo flop di quota 100 e dei risparmi sul reddito di cittadinanza. Ma i nodi della politica economica fallimentare di questo governo sono tutti aperti, con l’economia ferma, il mercato del lavoro debole, Ilva e Alitalia quali punte di un iceberg fatto di centinaia di crisi, con la Cig straordinaria cresciuta in un anno del 35 per cento”. Lo dice il senatore Antonio Misiani, responsabile economia per il Pd.
“Il 2020 – prosegue Misiani – sarà una grande incognita per il nostro Paese. Servono almeno 28 miliardi solo per bloccare l’aumento dell’Iva e finanziare le politiche invariate. Chi decide le priorità: Conte, Tria o Salvini? Noi siamo convinti che l’Italia debba imboccare una strada radicalmente diversa: servono fiducia e investimenti, basta slogan incendiari e minibot. No alla flat tax: è una misura ingiusta, che regalerebbe un miliardo di euro a chi dichiara più di 300 mila euro all’anno e non darebbe un euro di vantaggio a chi guadagna fino a 30 mila euro. Noi diciamo: pagare tutti per pagare meno. Tagliare le tasse ai lavoratori dipendenti aumentando le buste paga fino a 1.500 euro all’anno netti, tagliare le tasse alle imprese che investono, che assumono, che puntano sulla sostenibilità ambientale e sociale. L’Italia ce la può fare, ma deve cambiare strada”.


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