«I soldi del Recovery fund? Serviranno per gli investimenti, non per ridurre le tasse», sostiene il viceministro dell`Economia Antonio Misiani. Quanto all`utilizzo del Mes, spiega, «non bisogna essere ideologici. Prima si decidono le priorità e si quantificano le risorse e si vede dove prenderle».
Per i 5 Stelle grazie al Recovery fund si può cancellare tutta l`Irap. Che ne pensa?
«Io credo che un intervento di carattere permanente come la riduzione e la redistribuzione del carico fiscale vada affidato al bilancio nazionale e vada discusso nell`ambito della legge di bilancio per i1 2021. Le risorse del Recovery fund vanno utilizzate per grandi progetti di investimento per la modernizzazione del paese: iniziative per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture, l`innovazione digitale, la scuola e la ricerca, il rilancio di alcuni settori particolarmente importanti come il turismo e l`automotive. E poi c`è da finanziare il “Green and innovation deal” su cui la nuova Commissione europea punta molto. Nel nostro Paese c`è tantissimo da fare: penso a progetti di grande portata come la modernizzazione delle infrastrutture sanitarie e sociali, l`efficientamento energetico delle scuole e gli edifici pubblici, la ristrutturazione della rete idrica, un grande investimento sulla mobilità sostenibile. Siamo al 19° posto in Europa per connettività digitale ed al 24° per spesa per l`istruzione. Investiamo in ricerca e sviluppo un terzo in meno della media europea. Il Recovery Fund ci offre un`occasione unica per superare ritardi storici e creare imprese e lavoro. Se non ora, quando?».
Che tempi vi date?
«La priorità è definire una strategia per il Paese, cosa che si può iniziare a fare da subito utilizzando il Programma Nazionale di Riforma di imminente presentazione. Il PNR può diventare la base per far partire una consultazione pubblica ed arrivare in autunno, in anticipo rispetto ai tempi indicati dalla Commissione, alla presentazione del Recovery Plan nazionale. Nel frattempo dobbiamo convertire il dl Rilancio, la manovra da 55 miliardi che abbiamo da poco varato, migliorandola in base alle indicazioni che arriveranno dal Parlamento».
Se lo spread scende, il taglio delle tasse è più agevole?
«Sulle tasse a fine marzo abbiamo convertito il decreto che taglia il cuneo fiscale a favore dei lavoratori. Col decreto Rilancio abbiamo compiuto una scelta di enorme portata, abolendo per sempre le clausole di salvaguardia che aumentavano Iva e accise. È una riduzione permanente di tasse: 20 miliardi nel 2021 e 27 annui dal 2022. Non dimentichiamocelo».
Però tutti puntano all`Irpef.
«Il nostro obiettivo, per la prossima legge di Bilancio, è varare una riforma fiscale complessiva. Un progetto a cui stavamo già lavorando a inizio anno, e che ora va ripreso in mano come uno degli strumenti di ripartenza del Paese, che ci dovrà permettere di ridurre il carico ma anche di redistribuirlo, favorendo il lavoro e le imprese, riducendo l`evasione e penalizzando chi inquina».
Il Mes non serve più, oppure serve subito perché il Recovery fund partirà tardi?
«Dobbiamo innanzitutto definire cosa vogliamo fare e il relativo fabbisogno finanziario, e poi guardare con grande pragmatismo ai diversi strumenti messi in campo dalla Ue. Il programma Sure, i prestiti Bei, la nuova linea di credito Mes sono strumenti nuovi, che offrono opportunità inimmaginabili fino a poco tempo fa. Bisogna procedere in modo ordinato, non ideologico, guardando con grande pragmatismo al merito dei singoli strumenti e alle necessità del Paese. Dobbiamo partire dalle priorità, evitando di fare una discussione rovesciata. Non ha senso parlare prima di soldi senza avere idea di dove li si vuol spendere e per quali obiettivi».


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