“L’abrogazione dei voucher si è resa necessaria per evitare gli abusi che avevano portato il numero dei buoni-lavoro, nel 2016, a 134 milioni, senza peraltro che i governi del Pd ne fossero responsabili. Se è accaduto che attraverso uno strumento legale come il voucher un cameriere o un operaio agricolo abbiano lavorato per un’intera giornata a fronte di un unico buono-lavoro orario, il governo e il Parlamento hanno la necessità di intervenire. Anche per evitare il paradosso che uno strumento pensato per evitare il ‘nero’ diventasse una protezione per il lavoro sommerso. Il milione di firme raccolte per il referendum abrogativo racconta di un problema e anche di un vissuto sociale rispetto ai voucher. Ma ora occorre superare una visione ideologica del lavoro accessorio, per arrivare a una nuova regolazione con il contributo delle parti sociali, così come si è impegnato a fare entro luglio il governo con il Def”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro e relatrice al dl sulla cancellazione dei voucher, intervenuta nell’Aula del Senato.
“Senza infingimenti – prosegue Parente – esiste una domanda di lavoro discontinuo, sia da parte dei datori di lavoro, famiglie e imprese, che da parte dei prestatori d’opera,  soprattutto pensionati, donne, studenti e persone senza occupazione. La nuova normativa, alla quale anche il Parlamento dovrà contribuire, dovrà essere di semplice applicazione e distinguere in modo netto tra le esigenze delle famiglie e quelle delle imprese, differenziando tra quelle grandi e piccole”.

 


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