“Lo sforzo di Conte per parlare d’altro è stato ammirevole sul piano fisico, ma disdicevole sul piano politico. Il Pd ha riservato al Premier la massima forma di rispetto istituzionale che esiste: l’ascolto e la presenza nutrita. Non altrettanto rispetto ha dimostrato chi l’ha lasciato quasi solo ai banchi del governo e la stragrande maggioranza del gruppo parlamentare che l’ha indicato alla Presidenza del Consiglio, questo rappresenta un fatto di grande rilievo politico”. Lo ha detto nell’Aula del Senato il senatore del Pd Dario Parrini.
“Conte – ha proseguito Parrini – è stato evasivo perché ha evitato di rispondere alle quattro questioni che pesano come macigni e che aleggiano attorno a questo scandalo che Salvini chiama fantasie. E’ normale che Savoini fosse alla cena con Putin, dopo essere stato mesi prima al centro di un’inchiesta giornalistica internazionale, non smentita? E’ normale che a provocare quella presenza alla cena sia stato Claudio D’Amico, consigliere del presidente del Consiglio ma anche socio d’affari di Savoini, macchiatosi di una colpa grave anche per aver spinto gli imprenditori italiani a investire nel Donbass obiettivo di sanzioni internazionali? D’amico è pagato dai contribuenti italiani con 65 mila euro di stipendio l’anno e oggi Conte avrebbe dovuto dirci che non merita di stare un minuto di più al suo posto. E’ normale che il vicepremier abbia mentito sulla sua consapevolezza del ruolo Savoini nella missione del 17-18 ottobre? Savoini era presente, Salvini lo sapeva tanto che ci è andato a cena, ma ha provato a dire: io non so chi sia. Siamo di fronte ad una manomissione della credibilità internazionale del Paese, a un partito di governo che è condizionabile da chi tiene le redini di un paese dove avvengono cose che ci inquietano. Il ministro Salvini è in fuga dalle spiegazioni sui 49 milioni, in fuga dall’antimafia, dai processi, dalle nostre interrogazioni E’ il ministro della fuga e del tradimento delle istituzioni”.


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