“Il voto è chiaro: gli italiani hanno deciso di bocciare le forze politiche che in questi anni hanno governato e hanno condotto il Paese fuori da una crisi profonda. Ma gli elettori hanno sempre ragione e ora tocca a chi ha ricevuto i suffragi maggiori governare. Il risultato del mio partito è nettamente negativo oltre le più buie aspettative e tanto basta per respingere un’analisi del voto sommaria e orientata alla ricerca di un unico colpevole. Tale, infatti, è la dimensione della débacle, anche in territori storicamente nostri, che non può che investire un intero gruppo dirigente, nazionale e territoriale, e, pertanto, non può essere archiviata con delle scorciatoie. Se fossi in Renzi non mi dimetterei, ma convocherei un congresso straordinario con al centro il futuro della casa comune dei riformisti italiani in quest’epoca di profondi cambiamenti globali. Quanto a me, ho avuto il privilegio di amministrare prima la mia città e poi la mia provincia, quindi di partecipare a una bellissima legislatura, che credo abbia contribuito a cambiare in meglio il nostro Paese. Ho impegnato tutto me stesso nell’attività amministrativa e politica, – credo – con qualche risultato per la mia terra. Ho avuto molto dalla politica e di questo ringrazio il Partito ed i tanti elettori che in ogni competizione elettorale mi hanno rinnovato la loro fiducia. Oggi è venuto per me il momento di mettere a disposizione dei giovani del mio partito – se vorranno – l’esperienza di oltre trenta anni nelle istituzioni. Continuerò a fare politica da semplice militante, non ricoprendo più incarichi istituzionali e dirigenziali”. Lo dichiara il senatore del Pd Francesco Scalia.


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