“Il Senato ha lavorato per 45 giorni sulla manovra di bilancio, arrivando in Aula con un testo assegnato a un relatore, cosa, per esempio, non avvenuta lo scorso anno. Chi sostiene che non vi è stata alcuna discussione sa bene che ciò non è vero. Un lavoro che ha prodotto risultati chiari e tangibili a sostegno delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese, consentendo al nostro Paese di tornare a crescere”. Lo dichiara il senatore del Pd Dario Stefano, relatore del provvedimento al Senato.

“Se gli italiani non dovranno pagare 23 miliardi di aumento dell’Iva lo si deve alla manovra – sottolinea – Se vi sarà un taglio del cuneo fiscale di 3 mld già dal prossimo anno, per poi aumentare dal 2022, lo si deve ad una scelta ben precisa di governo e maggioranza che hanno deciso di concentrare le risorse su misure che incidessero direttamente su cittadini e imprese”.

“I rinnovi dei contratti per il pubblico impiego – spiega – i fondi per l’assegno di natalità e gli asili nido, l’abolizione del superticket, insieme alla proroga dei bonus edilizi, arricchito dal bonus facciate per gli interventi finalizzati al recupero o al restauro della facciata esterna degli edifici, le norme sulla rivalutazione delle pensioni nonché su APE sociale e opzione donna e l’aumento dei giorni di congedo obbligatorio per i padri sono precisi sostegni che entrano nella vita quotidiana dei cittadini”.

“Un aiuto alle imprese e alla crescita – aggiunge – viene invece, tra l’altro, dal Fondo per gli investimenti del Green New deal che promuove in Italia uno sviluppo sostenibile e attento all’ambiente e dal rifinanziamento degli investimenti innovativi realizzati nelle regioni del Sud e per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature a basso impatto ambientale, oltre a risorse per le opere pubbliche a livello centrale e di enti locali”.

“Nella manovra – conclude Stefàno – c’è uno sguardo ben definito su ciò che vuole e deve essere ‘Italia del futuro. Uno sguardo che è ben diverso da quello di chi non vuol vedere lontano ed ha lasciato dietro di sè solo cambiali da pagare, come quella dell’Iva e propaganda”.


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