Facciamo un breve riassunto della vicenda Di Maio: il padre, Antonio Di Maio, ha ammesso che nella sua azienda si è praticato lavoro nero;
per questa azienda c’è un debito fiscale di 176 mila euro ma non si ha traccia di nessuna cartella di Equitalia pagata ne’ di pignoramenti;
Antonio Do Maio evidentemente guida l’attività dell’azienda ma non compare mai e quindi il buon vicepremier ha fatto il prestanome per il padre e (quindi era a conoscenza di tutta la vicenda?).
A questo punto sarebbe necessario che oltre ad andare da Vespa, Luigi Di Maio venisse urgentemente a chiarire alle Camere”. Lo afferma la senatrice del Pd Valeria Sudano.


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