“Il Pd vota in modo convinto la fiducia a questo decreto, che è un tassello importante all’interno di una strategia di politica economica e sociale che si sta rivelando sempre più fruttuosa man mano che il tempo passa, perché è stata impostata in modo al tempo stesso ambizioso e concreto”. Lo dice il senatore del Pd Giorgio Tonini, presidente della Commissione Bilancio, che è intervenuto in dichiarazione di voto nell’Aula di Palazzo Madama.
“La strategia del governo – prosegue Tonini – si è concretizzata in questi anni in politiche a favore della crescita e dell’occupazione, mettendo in campo il massimo impegno possibile di risorse pubbliche, sia attraverso gli investimenti che con la riduzione della pressione fiscale concentrata su impresa e lavoro, in modo compatibile con l’obiettivo del consolidamento fiscale, altrettanto importante. Continua infatti la progressione verso il pareggio di bilancio e la stabilizzazione del debito. Il terzo importante elemento di questa strategia è stato mettere in campo riforme dei mercati e degli apparati pubblici, finalizzate a migliorare la crescita potenziale e la produttività del nostro sistema. Altro che strategia mance e bonus: 10 miliardi di sconto fiscale ai redditi medio bassi, la riduzione dell’Imu prima casa, la riduzione strutturale dell’Ires e dell’Irap, incentivi all’edilizia e sui macchinari, misure di contrasto alla povertà, riduzione selettiva della pressione fiscale su lavoro e impresa. I frutti di questa strategia stanno arrivando e lo dimostra questa manovrina, che è nata per correggere un scostamento dagli obiettivi dello 0,2 del Pil, ma che strada facendo è diventata qualcosa di più importante e che, insieme al negoziato in atto con l’Ue, ci consentirà in autunno una manovra di bilancio espansiva. E’ un percorso virtuoso che porterà la crescita attesa del Pil all’1,3 per cento. Un percorso riconosciuto dal Fmi, che ha indicato nell’instabilità politica futura una possibile fragilità dell’Italia. Il problema non è infatti la conclusione di questa legislatura, ma la prospettiva, cosa succederà dopo le elezioni: il paese sarà stabile e in grado di proseguire con le riforme o entrerà in confusione? Questo è il tema cruciale: il Pd vuole che l’Italia sia nel gruppo di paesi, con Francia e Germania, che sta lavorando per rilanciare l’euro e per rinnovare l’Europa”.


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