“Lo dico con rammarico: purtroppo abbiamo perso l’occasione di fare del Codice Rosso uno strumento davvero utile a contrastare il drammatico fenomeno della violenza sulle donne. La maggioranza non ha nemmeno voluto prendere in considerazione uno solo degli emendamenti che abbiamo proposto: hanno bocciato in maniera burocratica e arrogante tutti i nostri emendamenti, senza mai entrare nel merito. Eppure molti nostri suggerimenti provavano a dare voce alle tantissime perplessità espresse da chi lavora nei centri antiviolenza, degli avvocati e dei magistrati, degli operatori, degli ufficiali di polizia giudiziaria di quanti o hanno a che fare con il contrasto alla violenza di genere”. Lo dice la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione sul femminicidio.
“Nel merito questa legge – prosegue Valente – affronta temi importanti, ma anche secondo gli operatori lo fa in maniera insufficiente. Così è per il collegamento del procedimento civile a quello penale, così è per la formazione per gli operatori: come si può attuare con una spesa invariata? Volevamo rafforzare le misure di tutela e protezione e quelle di contrasto al revenge porn, alla lesione del viso, ai matrimoni forzati, la maggioranza non ce l’ha permesso. E poi la norma principale: i 3 giorni concessi al magistrato per intervenire minano l’efficacia delle indagini, rischiano la vittimizzazione secondaria delle donne e anche di intasare le procure, soprattutto mettendo in seria discussione la possibilità di avvalersi di magistrati specializzati. Purtroppo ancora una volta è prevalsa la logica della propaganda su quella del buon governo”.


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