“A Roma viene a galla l’ennesima brutta storia di corruzione, potere e politica. Stavolta non c’è chi urla onestà, stavolta non c’è chi grida allo scandalo, stavolta chi imbracciava il forcone si scopre garantista. Sulla questione sarebbe interessante ascoltare il Di Maio di qualche mese fa, quello che diceva che il Movimento era immune ad ogni forma di
corruzione, quello che fondava la diversità del suo movimento sulla totale impermeabilità ad ogni forma di corruttela, quello che si presentava agli elettori come l’unica forza in grado di rompere un sistema di potere esistente e malsano”. “. Lo scrive in un post su Facebook la senatrice Valeria Valente, vice presidente del gruppo del Pd al Senato.

“Lanzalone, oggi agli arresti domiciliari, era parte integrante del Movimento – aggiunge –  prima consulente della Raggi e poi da lei messo “per premio” alla presidenza di Acea. Oltre a Lanzalone sono coinvolti a vario titolo Paolo Ferrara, capogruppo del M5S al comune di Roma, Mauro Vaglio, uno dei nomi della lista dei possibili ministri fatta di Di Maio a Gennaio e definiti come il meglio dell’Italia, Giampaolo Gola assessore allo sport del X Municipio. Si tratta di uomini scelti e messi nei posti chiave per valutazioni dei leader del movimento cinque stelle. Persone nominate per la fiducia di cui godevano solo da parte di chi li ha nominati: i vertici del M5S”.

“Eppure le parole oggi sono timide, troppo timide – conclude Valente – Non c’è traccia di sdegno, non c’è indignazione, non c’è vergogna. Oggi a Roma, e non solo, i 5 Stelle si mostrano come i principali interpreti di un sistema contro il quale loro stessi si candidavano e chiedevano e conquistavano fiducia e consensi”.


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